Le sconfitte vanno comunque accettate senza alzare polveroni, creare polemiche, alimentare sospetti, suscitare illusioni. Quando succede però che si concentrano più fattori negativi, soggettivi ed oggettivi, causando una debacle evitabile ed immeritata, la rabbia istintiva rischia di prendere il sopravvento sulla pacata razionalità.
Tra le componenti oggettive che hanno influito non poco sull'esito finale, indichiamo la vena ballerina e contraddittoria del fischetto di turno.
Un arbitro confuso ed indeciso, capace di assegnare un gol sugli sviluppi di un penalty, quindi annullarlo clamorosamente per l'intervento del Var, che riscontrava una dubbia presenza in area di Lapadula, autore della segnatura, a seguito dell'errore dell'auto incaricato rigorista Babacar (Liverani dove sei?).
La considerazione della contestuale invasione in aria degli uomini di Inzaghi non è servita nemmeno a fare ripetere il calcio piazzato a causa di una sottonorma equivoca, che praticamente smentisce la regola generale.
Ci soffermiamo su questo episodio per sottolineare il trambusto psichico successivo che ha determinato lo sfilacciamento tattico dei giallorossi, tutti protesi ad una rimonta meritata, che ha poi causato la sconfitta per 4-2.
Nel mezzo di questa ennesima e forse assurda sconfitta, un'altra prestazione con i fiocchi, almeno per sviluppo gioco e trame centrali, dove si annotano le croniche deficienze difensive e le sterili presenze offensive.
Sono proprio queste le cause soggettive di una squadra che non riesce ancora a spiccare il volo verso una tranquilla posizione di graduatoria, nel rispetto di valori ancora inespressi.