Una retrospettiva a lui dedicata - Michele Palumbo (1874/1949) - tenutasi nel mese di novembre a Lecce presso la galleria Arca, lo ha fatto scoprire a tanti, anche se il suo nome è molto noto tra i collezionisti leccesi. Attualmente due sue opere sono visibili nel Must, nella mostra “Arte fuori dal Comune” dove parte della raccolta d’arte del Comune di Lecce viene esposta al pubblico (90 opere). Nel Museo Storico è ricordato e catalogato tra i vari artisti che hanno lasciato un segno sul nostro territorio, come Tiso, i Maccagnani, Toma, Sidoti, Casciaro, ScorranoCiardo, Giorgino, Re, A. Buscicchio e tanti altri che hanno segnato un’epoca artistica forse irripetibile. Sue opere sono presenti nella collezione del Museo Provinciale "Sigismondo Castromediano". Nei suoi bellissimi dipinti ad olio non è raro vedere un’alternanza di pennellate veloci ad altre più definite e precise, stratificate (a corpo) che ne caratterizzano l’opera, conferendo alla composizione una luce ed uno stile naturalista ed impressionista al tempo stesso. Nelle sue scogliere e nei suoi uliveti si percepisce una spiccata salentinità, un interessante e “vero” racconto della nostra terra.      

Certamente Michele Palumbo è tra i più importanti paesaggisti del Salento tra l’Ottocento e il primo Novecento. Di Calimera, allievo di Paolo Emilio Stasi, da Lecce si trasferisce a Firenze dove si perfeziona frequentando l’Accademia di Belle Arti e la Scuola serale del noto artista Giovanni Fattori (Macchiaioli). Rientrato a Lecce si dedica alla pittura ottenendo dei buoni risultati con esposizioni nelle vetrine, mostre, murali. In seguito (1903) frequenta a Napoli lo studio del suo amico pittore Giuseppe Casciaro, anche lui salentino originario di Ortelle. Qui migliora la tecnica a pastello. Rientrato definitivamente a Lecce, ottiene importanti risultati artistici in mostre, circoli e collezioni private.

Pregevoli alcuni paesaggi ad olio su cartone del Palumbo, ma la sua intensa produzione pittorica lo porta a realizzare nature morte, ritratti, fiori e animali, spesso con un accentuato tocco realista. In quegli anni è presente in esposizioni a Bari, Gallipoli, Lecce, Roma, Milano. Muore a Lecce nel 1949, lasciando al figlio Mario, pittore come il padre, un’importante eredità artistica.    S.B.