Parlando del teatro della nostra terra, abbiamo constatato che non vi è una vera e propria tradizione autoctona che abbia avuto grande risonanza nel resto del Paese, pur presente soprattutto grazie alla spinta di autori come Protopapa e Fiorentino; al contrario, il teatro di Goldoni, Pirandello o De Filippo, pur intriso di regionalismo, ha attecchito sul panorama nazionale.


Eppure nel Salento sono vivi e presenti i mestieri del teatrante e dell'attore, fatto dovuto alla forte presenza di compagnie teatrali che militano in tutto il territorio. Non sempre si tratta di lavori in vernacolo, ma spesso e volentieri sono messi in scena anche testi in italiano concernenti argomenti che hanno a che fare con le abitudini, molte volte malsane, delle persone.


Traendo spunto dalla rassegna del “Teatro Ducale” di Cavallino, accenniamo qui di seguito ad alcune commedie scritte da grandi autori del teatro nazionale, portate sulla scena da compagnie locali.


Natale in casa Cupiello. Dal momento che siamo in periodo di festività, cominceremo con un’opera che concerne proprio il Natale. Questa commedia, forse la più nota scritta da Eduardo de Filippo, ha il suo perno nella compagine familiare: sono affrontati problemi, contrasti, dissidi, silenzi di una povera famiglia napoletana, i Cupiello, sullo sfondo di una società che fa fatica ad accettare e a portare avanti il concetto tradizionale di “nucleo familiare”. È sicuramente un’opera che tramite la sua ironia fa riflettere molto sui valori che si stanno affievolendo, sulla società attuale che ci vuole veloci e dinamici, che, per un motivo o per l’altro, non ci fa vivere e apprezzare pienamente le piccole cose quotidiane, come, appunto, la famiglia. Ma quale occasione migliore del Natale sarà utile a farci ritrovare con i nostri cari, conversare con loro e magari anche togliersi qualche sassolino dalla scarpa?


Il borghese gentiluomo. Scritto da Molière, questo testo rappresenta l’eterno dissidio tra essere e apparire. Più che comica e ironica, l’opera si può considerare un’intelligente satira: l’ignoranza può arrivare addirittura a commuovere il borghese. Che sia un nostro ritratto dipinto con lungimiranza dal commediografo francese?


Il berretto a sonagli. Ancora una volta sono messi in scena gli aspetti più ripugnanti della civiltà borghese, questa volta da Luigi Pirandello, forse lo scrittore di teatro più rivoluzionario d’Italia. Una donna che vuole mettere in ridicolo il marito che la tradisce: un modo per sfuggire a convenzioni e cliché della borghesia, soprattutto meridionale. Scritto che funge anche da monito per un Sud con cui Pirandello aveva un rapporto di “odi et amo”. Chapeau!


Accade che, pur essendo unico nel suo genere, il Salento è comunque inserito in una compagine territoriale più ampia dei suoi confini: ecco allora che commedie nate per ridicolizzare una fetta di società, facente parte di una fazione limitata di un territorio, diventano in questo modo più ampie e dirette a tutte le società che, pur avendo diverse tradizioni, hanno un modo di ragionare pressoché simile. Tutto il mondo è paese, direbbe qualcuno.
Ma nonostante ciò, abbiamo nella nostra terra un non so che di speciale, di unico, che dobbiamo probabilmente ancora scoprire e, magari, portare in scena.