Un treno che corre verso una destinazione ignota. Un libro abbandonato su un sedile. Un regalo rifiutato, una storia finita prima ancora di nascere, diventano un dono che si moltiplica e porta il cambiamento nelle storie dei passeggeri che leggeranno queste pagine. Parte da qui «Animula», il romanzo di Mercedes Capone pubblicato per i tipi di Collettiva Edizioni Indipendenti e inserito nella collana «Taccuini e altre cose». Una «magia», quella narrata dalla Capone, che può accadere, se il libro è Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar. Ognuno di questi «lettori per caso» troverà un po’ di sé nelle parole di un imperatore lontano nel tempo, ma incredibilmente vicino ai propri pensieri e interrogativi, alle proprie paure e fragilità. La lettura diviene la chiave per cercare dentro se stessi la risposta giusta, la scelta che segna un percorso nuovo, l’occasione per rinascere. La scrittura di Mercedes Capone, delicata e potente al tempo stesso, prende per mano con tenerezza materna ogni «animula vagula blandula» (piccola anima smarrita, nei versi originali di Adriano) che vorrà accostarsi alle sue pagine, per guidarla in un viaggio attraverso la bellezza della lettura e della vita, che in fondo sono la stessa cosa. Mercedes Capone nasce a Lequile, un piccolo paese nella provincia di Lecce, vive e si dedica alle sue passioni: la pittura, la lettura, la scrittura, la cucina, i tre figli e i quattro nipoti. È una maestra, la sua professione e la sua vocazione è sempre stata quella di insegnare, a scuola e nella vita, con bambini e adulti. Ama i libri come “Le memorie di Adriano”, tutti i gialli di Agatha Christie, ma anche giornali, riviste, saggi, elenchi telefonici, guide turistiche, insomma, l’importante è che sia carta! È intensa, profonda, ironica ma soprattutto fantasiosa. Da una parola riesce a comporre lunghe filastrocche che racchiudono tutto il suo amore per l’infanzia, la nostra terra e le ricette (della tradizione, inventate, cantate, sperimentate).
Storie di libri abbandonati e di passeggeri di un treno con «Animula» di Mercedes Capone
- Giuseppe Pascali
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