Due libri in uno, due storie accattivanti con il mare come unico denominatore. Ecco Il mare è la meta. O  il mare e la meta, un titolo che vale doppio per il libro di Antonio Liaci, edito da Il Raggio Verde Edizioni, perché basta capovolgere il volume per poter iniziare a leggere un’altra storia legata alla prima non nella trama ma appunto nel mare quinta scenografica per le vicende de «Il furto dell’auto», un giallo ambientato a Gallipoli, e come elemento catartico nel racconto «Vision of Johanna»  dove i due protagonisti, Luca e Johanna, si incontrano sul traghetto che attraversa il Canale della Manica. Scrive Raffaele Polo nella prefazione: «I testi, sono molto ben gestiti, facili da leggere e di indubbio interesse. E lo scrittore diventa un amico perché si capisce che condividiamo molte delle scelte letterarie spontanee che si instaurano tra chi legge e chi ha scritto... ma dovrei spiegare perché questa singolare scelta di abbinare due racconti diversi in un’unica edizione, facendo storcere sicuramente il naso ai tradizionalisti che vogliono il libro composto da pagine che si leggono in un solo senso, con inizio e fine, copertina e risguardi come si è sempre fatto. Con Liaci eravamo difronte al dilemma: pubblicare le due storie separatamente oppure assieme? ma in quest’ultimo caso, come fare per esprimere al meglio l’idea dell'Autore, esplicitata dal titolo, che si legge così: Il mare e la meta oppure Il mare è la meta. Così, grazie soprattutto all'estro pittorico ed illustrativo del bravo Cesare Piscopo, è venuto fuori questa realizzazione che ha un po’ il fascino del Yin e Yang. Che altro? Fate così, chiudete il libro, rigiratelo e ci leggiamo dall’altra parte». E in copertina, nel solco del concept della casa editrice, l’immagine di un’opera d’arte: il mare così dipinto dall'artista Cesare Piscopo.  Nato a Gallipoli nell’ottobre 1984 Antonio Liaci a quindici anni si trasferisce con la famiglia in provincia di Vicenza. Fonda con il fratello Nico un gruppo musicale ma la passione letteraria lo porta poi a Roma dove si trasferisce e prendono forma i primi esperimenti letterari. Si iscrive alla Facoltà di Studi Orientali de La Sapienza, scrive sul giornale bilingue (cinese e italiano) «It’s China» e fa la spola tra la Germania, la Lettonia e la capitale, completando gli studi come fuorisede e con 110 e lode. Dopo aver lavorato come insegnante di lingua italiana a Riga, approda a Pechino. Di ritorno in Lettonia insegna lingua e cultura cinese applicata alla diplomazia presso l’università Riga Graduate School of Law. Oggi Antonio Liaci è un imprenditore e consulente nel settore delle importazioni dall’Asia. Attualmente vive con la sua famiglia nella megalopoli del sud della Cina.