Storie di vita, di richiami e di ritorni. Antonia Occhilupo torna a parlare di donne, e questa volta lo fa scegliendo il sole caldo di Santa Cesarea e le sue inconfondibili stradine dall'inconfondibile afrore sulfureo per ambientare il suo nuovo romanzo «Il richiamo» (Lupieditore). È una storia di partenze e ritorni quella in cui Antonia Occhilupo, medico la cui passione per la scrittura ha già regalato al lettore altre deliziose pagine (Oggi è il mio domani, Nobeldonne, Non uccidere il coraggio) oggi torna in libreria. Il romanzo ruota intorno a tre donne il cui filo conduttore è il richiamo che punteggia cronologicamente la vita di Giuseppina, la voce narrante, un’attrice di teatro di periferia, una girovaga del mondo per scelta, tra emigrazioni di popoli in cammino e memorie etno-storico-geografiche, poesia e letteratura, antropologia e psicologia. In primo piano, si avverte il continuo sforzo immane della realizzazione identitaria della protagonista, che scava nelle origini della sua famiglia, tentando di preservare quel microcosmo dall’oblio, in una realtà che cambia repentinamente e inesorabilmente, con il rischio di cancellare la sacralità delle radici ataviche della sua terra e del suo tempo. In questo intreccio, si collocano i ricordi di Julia, sua madre, con il richiamo del sangue, di Jolanda, la dolce sorella di latte, con il richiamo dell’amore, e di Justine, “ebrea saffica sopravvissuta”, come ama definirsi, con il richiamo della sua identità. La storia si dipana nella splendida Santa Cesarea Terme, dove Giuseppina torna a vivere con suo marito, dopo tanto peregrinare per le periferie del mondo, riappropriandosi delle sue forti radici, quasi un rafforzamento ancestrale, senza più timore di perderle. Con uno stile asciutto, scorrevole, immediato Antonia Occhilupo conferma la sua capacità di delicata narratrice di storie sussurrate e mai urlate. La sua terra d'origine, con le sue essenze, anche in questo nuovo lavoro sono una sorta di quinta scenografica in grado di colorare il narrato senza far perdere l'attenzione sulle vicende. Antonia Occhilupo è nata ad Acquarica del Capo nel 1955 e vive a Lecce dove ha svolto l’attività di psichiatra presso il Centro di Salute Mentale e di Consulente Tecnico d’Ufficio presso il Tribunale di Lecce. Ha fondato ed è presidente dell’Associazione Miastenia Gravis onlus, con sede a Lecce. Nel 2008 ha pubblicato il suo primo romanzo autobiografico «Oggi è il mio domani - triplo salto mortale dal coma alla miastenia al timoma» (I libri di Icaro, Lecce, successivamente ristampato con ed. Youcanprint.it). L’anno successivo ha proposto la sua prima raccolta di poesie «Quisquilie, tra infanzia e radioterapia» (Martano, Lecce). Nel 2010 pubblica il saggio «NobelDonne »(Milella, Lecce), un omaggio a tutte le donne vincitrici del prestigioso premio Nobel. Nel 2014 si cimenta col romanzo «La casa dall’angolo dipinto» (Youcanprint.it), ambientato a Balvano, il piccolo paese, in provincia di Potenza, funestato dalla tragedia del terremoto dell’Irpinia del 23 novembre 1980. Nel 2017 dà alle stampe «Non uccidere il coraggio» (Youcanprint.it), ambientato nella minuscola Ruggiano, frazione di Salve, liberamente ispirato ad una storia vera di malattia e di rinascita. È vincitrice del 3° premio della Critica «Sezione Narrativa» del Concorso Internazionale Poesia «De Finibus Terrae» per «La casa dall’angolo dipinto». Ha ricevuto una menzione di merito al Concorso «Storie in cammino» Villotte 2017, San Quirino, Pordenone per «La casa dall’angolo dipinto».Ha vinto il 1° premio al Concorso Internazionale «Speciale Donna 2018», indetto dall’associazione MAREL - Movimento Attività Riabilitative Espressive Ludiche - di Roma, con «Non uccidere il coraggio».