Campioni del Mondo, campioni del mondo, campioni del mondo, era il 1982, in Spagna, il Presidente Sandro Pertini alzava le braccia al cielo con la sua immancabile pipa in mano nello stadio Bernabeu di Madrid, mentre l'indimenticabile Nando Martellini annunciava in telecronaca la vittoria del Mondiale di calcio. L'Italia era sul tetto del mondo sportivo, grazie alle reti di Paolo Rossi.

Sei gol di rapina, un concentrato di rapidità e opportunismo, come sapeva fare solo lui, tre gol memorabili al Brasile, che ancora oggi, la Seleçao di Falcao, Zico, Socrates, Junior, piange quella storica disfatta. Erano loro i favoriti di quel Mondiale, ma ci pensò Pablito a risollevare le sorti degli azzurri, dopo una stentata qualificazione nel girone e dopo aver fermato l’Argentina di Maradona con il duro catenaccio italiano. E poi due reti in semifinale alla Polonia e una rete in finale contro la Germania.

La nazionale di Conti, Tardelli, Scirea, Zoff, Altobelli, Antognoni, Oriali, Cabrini, Collovati, Bergomi, Gentile, Graziani e compagni giocava tutta per lui. Alla guida degli azzurri il ct Enzo Bearzot, l’ostinato artefice di quel trionfo, colui che diede fiducia a Pablito, dopo i due anni di squalifica. L’urlo di Tardelli, chi ha vissuto quei giorni lo ricorda benissimo, altri tempi ormai, di un Paese, l’Italia, che usciva dal terrorismo e dagli anni di piombo. Momenti indimenticabili, di festa per le strade, caroselli ovunque, il terzo mondiale in bacheca come il Brasile, senza nulla togliere a quello vinto nel 2006, ma quel trionfo, dal tasso tecnico superiore, aveva ed ha un altro sapore.

Campione del Mondo, Pallone d’Oro e capocannoniere ai Mondiali, solo il fenomeno, un certo Ronaldo, c’è riuscito in seguito. Paolo Rossi un’icona del calcio mondiale. Un calciatore garbato e sorridente che è entrato nella leggenda con il suo numero 20, in questo funesto 2020. Se ne è andato con discrezione presto, a soli 64 anni, con la riservatezza che lo contraddistingueva sempre, per un male incurabile. Dopo i fasti nel calcio si ritirò tranquillamente in campagna a fare l’imprenditore agricolo, nel suo agriturismo in Toscana, produttore di vino, ma anche commentatore sportivo per la tv e persona molto umana e generosa.

Quando il Lecce di Fascetti arrivò in serie A, nel 1985, Rossi era all’apice della carriera e si trasferì al Milan, ma i problemi alle ginocchia lo costrinsero a ritirarsi presto dal mondo del calcio, a 31 anni. Il suo ricordo vive indelebile tra i suoi compagni di viaggio, tra i suoi tifosi, tra chi lo ha visto giocare in Spagna nel 1982. Lassù, con Maradona, si giocheranno delle belle partite. Un minuto di silenzio su tutti i campi.

Torniamo a Lecce, dove al “Via del Mare” i giallorossi non vanno oltre il pari contro il Frosinone. I ciociari mettono in difficoltà il Lecce, che con una prova di carattere rimonta lo svantaggio iniziale senza, però, riuscire a vincere la partita. Secondo pareggio consecutivo, si va avanti a piccoli passi.

In sintesi, il Lecce parte bene, ma su rigore è il Frosinone a passare in vantaggio. Alla fine del primo tempo, Adjapong si fa perdonare l’errore precedente, che aveva determinato il dubbio rigore, con il pareggio. Nel secondo tempo, dopo l’ingresso di Falco ed Henderson , il Lecce torna sui suoi livelli e passa in vantaggio con il capitano Mancosu. Purtroppo, nonostante le sortite in avanti, il Frosinone pareggia allo scadere della gara. Non pervenuta la sfida tra gli ex Paganini e Tabanelli. Partita aperta ed equilibrata con i ciociari, che giocano bene, ben messi in campo da Alessandro Nesta, con ambedue i portieri, Gabriel e Bardi, impegnati a salvare il risultato.

Ora si va sul campo della capolista Salernitana nel turno infrasettimanale. Da adesso e fino al 3 gennaio si disputeranno sei partite, dalla 12ma alla 17ma giornata, che determineranno i rapporti di forza della serie B. In alta classifica la situazione comincia a smuoversi, si rilanciano il Monza, il Brescia, che piega la capolista Salernitana, e l’Empoli, la Spal arranca sconfitta dall’ostico Cittadella, il Lecce a 20 punti è a soli 3 dalla capolista. A mister Corini spetta il compito di tenere alta la guardia tra i giallorossi, senza accusare cali fisici e di concentrazione, perché gli errori sono sempre dietro l’angolo. 

Lecce – Frosinone 2-2;

Stefano Bonatesta