Tirare fuori i pupi dalle scatole, sistemare il muschio raccolto in campagna e messo ad essiccare con cura, e le lucine per ricreare l’atmosfera di un tempo remoto nella storia, mescolata a quello dell’infanzia. L’inaugurazione, insindacabilmente, l’8 dicembre, lo smontaggio il 2 febbraio. Ricordi ed emozioni delicate del Natale di un tempo nel nuovo libro di Raffaele Gorgoni «L’anno del presepe», fresco di stampa per i tipi di Kurumuny. Gorgoni torna a emozionare il lettore con un libro a metà tra mémoire, saggio storico e di costume, che scava nei ricordi di famiglia per riportare alla luce i dettagli di un mondo lontano, forse scomparso. Quanti ricordano i riti che accompagnavano l’allestimento del presepe? A quanti di noi, ripensandoci, balza alla mente la figura di un nonno indaffarato tra statuine, colla e carta di giornale?  Quanti ancora portano avanti questa tradizione? Attraverso il rito del presepe, che si protraeva ininterrottamente per l’intero arco dell’anno, accediamo alle labirintiche stanze di una dimora del Sud Italia in cui mamme e sorelle, cugini, nonni, zii, il gineceo delle amiche animano la quotidianità di una tipica famiglia allargata, tra convivi rituali, la puntuale organizzazione della casa e il sacro rispetto delle feste. «L’Anno del Presepe è il tempo per celebrarlo tra l’Immacolata e la Candelora, secondo la tradizione, e il tempo per disfarlo e ricostruirlo dalla Candelora all’Immacolata. «Sarà stato il 1958. Forse il 1959 o addirittura l’anno dopo – scrive Gorgoni nel libro - Non riesco a fissare l’anno d’inizio del mio addestramento al presepe. Forse perché L’Anno del Presepe non è un anno, una data ma un tempo indeterminato, un clima, un’atmosfera, uno scorrere dei mesi e delle stagioni segnato da ricorrenze non precise. Il Natale appunto che rendeva presente il presepe dall’otto dicembre al due febbraio». Il libro di Raffaele Gorgoni è una sorta di inno alla circolarità del tempo, quando lo scorrere della vita era legato al flusso delle stagioni. «Ogni tempo era segnato più per sapori che per date. Le ciliegie sapevano d’inizio estate e i fichi d’india d’inizio autunno. Le noci se erano fresche si era alla fine di giugno. Secche a fine agosto. Anche i tempi familiari erano senza date. Dopo Natale, prima dei Santi, dopo i Morti. Certi eventi necessariamente dovevano avvenire dopo Pasqua e comunque mai di Quaresima». Si legge nel libro: «Pur nella fretta dell’allestimento la parte finale della preparazione del presepe era quella più discorsiva. L’osteria era il luogo della perdizione o della riconciliazione, dell’inganno, del tradimento o dell’amicizia? E la zingara? E perché porta un cesto con alcuni rottami di ferro? E se fosse una sibilla che predice la crocifissione? Naturalmente sono diverse le contadine che portano uova, in un cesto, avvolte in un fazzoletto, persino in un cappello […]. Si tracciava così nella memoria il nostro Presepe dei Semplici in relazione con l’arte sacra che trovava ispirazione nella originaria e feconda narrazione degli Apocrifi». Raffaele Gorgoni è giornalista, documentarista e scrittore, giornalista parlamentare e inviato speciale. Svolge attività pubblicistica per Franco Angeli, «Futuribili. Rivista di studi sul futuro e di previsione sociale» e «Limes. Rivista italiana di geopolitica». Tra le sue pubblicazioni più recenti: Lettere da una Taranta (2017) e Cinque Variazioni su Lo Scriba di Càsole (2019).


Kurumuny (dal grico “germoglio di ulivo”), nasce nel 2004 nel cuore nella Grecìa Salentina. La disponibilità del vasto archivio sonoro e di immagini di Luigi Chiriatti, ricercatore fin dagli anni Settanta, fondatore della casa editrice e oggi direttore artistico del festival La Notte della Taranta, ha permesso a Kurumuny si specializzarsi in ambiti quali l’etnomusicologia, grazie alle monografie sui grandi cantori del Salento, o di indagare a fondo riti e miti del Sud Italia. Tra i principali campi di interesse della casa editrice e discografica figurano il racconto dei territori attraverso le testimonianze orali dei popoli che li abitano, la documentaristica e le scienze sociali, la narrativa e la poesia, la world music. Kurumuny pratica un’editoria lenta, di qualità. Ogni libro rappresenta il frutto di un processo condiviso, un’opportunità unica di crescita e conoscenza per un’umanità nuova e in movimento.