Ricorre il 50mo anniversario della morte di Vittorio Bodini, per l’occasione la città di Lecce dedica un percorso culturale nei luoghi leccesi cari all’illustre poeta e letterato salentino. I versi delle più celebri poesie dedicate alla nostra terra raccontano, in 10 tappe, i luoghi leccesi cari al poeta. Dalla ex via De Angelis al civico 33 in cui visse da bambino alla Chiesa delle Scalze, Porta Napoli, Basilica di S. Croce, Porta San Biagio, la Chiesa del Rosario, Porta Rudiae, Chiesa dei Santi Niccolò e Cataldo, Castello Carlo e piazza S. Oronzo fino a piazza Duomo. Vittorio Bodini morì a Roma il 19 novembre del 1970. Dei pannelli turistici corredati da codice Qr consentiranno questo itinerario diffuso leccese, nei luoghi bodiniani.

Poeta, scrittore, traduttore e studioso delle opere spagnole (ispanista ufficiale per Einaudi, traduttore di Federico Garcia Lorca e nel 1957 del Don Chisciotte di Miguel De Cervantes, la traduzione del capolavoro della letteratura spagnola e mondiale è ritenuta ancora oggi la migliore), accademico. Per il professor Antonio Lucio Giannone, maggiore studioso dell’opera di Bodini e professore Ordinario di letteratura Italiana Contemporanea di UniSalento, con il contributo delle opere letterarie di Bodini la città di Lecce è stata inserita nella mappa letteraria del Novecento Italiano. il “Premio Letterario Internazionale di Poesia Vittorio Bodini”, giunto alla settima edizione, verrà assegnato in diretta on line dalla Biblioteca Bernardini di Lecce, alle ore 21.00 del 19 dicembre. La serata di premiazione è stata rinviata in primavera/estate 2021, in attesa di tempi migliori, ed avrà per tema la “Carta poetica del Sud. Viaggio nella poesia meridionale.” con la direzione artistica di Simone Giorgino e Davide Barletti.

Vittorio Bodini, poeta, scrittore, operatore culturale, critico letterario ed apprezzato interprete e traduttore della letteratura spagnola, nacque a Bari il 6 gennaio 1914 da una famiglia di origini leccesi. La figlia Valentina Bodini porta avanti la memoria del padre con il Centro Studi Vittorio Bodini (2013), che dal 2017 ha una sede permanente a Nardò, nel castello degli Acquaviva, dove è allestita dal 4 agosto 2017 anche una mostra visiva dedicata al letterato.

La vita di Bodini è scandita da alcuni periodi intensi che lo hanno formato e indirizzato all’attività letteraria. Leccese, fiorentina, leccese, romana, spagnola, leccese e infine romana. A tre anni, dopo la morte del padre, torna a Lecce, frequenta il liceo classico G.Palmieri, nel 1931 esordisce sul settimanale “La Voce del Salento”, pubblicando articoli vari e racconti, fondato e diretto da Pietro Marti, noto storico e giornalista locale, nonno materno di Bodini. Nel 1932 aderisce al Futurismo e fonda il Futurblocco leccese. Nello stesso periodo pubblica poesie e prose sul settimanale “Vecchio e Nuovo” diretto da Ernesto Alvino. In quegli anni giovanili si segnala come un vero animatore della cultura locale. In seguito si trasferisce a Roma per proseguire gli studi all’Università, poi ad Asti e Domodossola per motivi di lavoro, infine a Firenze nel 1937 dove si laurea nel 1940 in Filosofia. Qui frequenta gli ambienti letterari e riesce a pubblicare alcune poesie e un racconto su “Letteratura”, la più importante rivista del tempo, grazie all’interessamento di Eugenio Montale. Al suo ritorno a Lecce in quegli anni, cura la terza pagina di un settimanale “Vedetta Mediterranea” con lo studioso e critico letterario Oreste Macrì, dando un caratteristico taglio ermetico, l’esperienza durò solo per i primi dodici numeri. Dal 1942 al 1944 si impegna soprattutto in politica, prima nel Partito d’Azione, poi nel Partito democratico del Lavoro. Torna a Roma nel 1944 per attività di partito e partecipa al dibattito culturale sulla funzione della letteratura nella società con vari articoli. Nel dopoguerra continua a coltivare i suoi studi letterari, vince una borsa di studio di sei mesi per attività di ricerca in Spagna. Qui ci rimarrà dal 1946 al 1949. Quasi quattro anni intensi, che lo spingeranno a fare vari mestieri, a conoscere tutta la cultura ispanica, a scrivere, a riconoscere in quella che divenne la sua seconda patria molti tratti, atmosfere, costumi del Sud d’Italia, della sua terra. Rientrato in Italia, a Lecce dal 1949, comincia a dar vita alla sua intensa produzione letteraria più nota, riscoprendo la sua terra, intrisa di storia e tradizioni. In molte sue poesie sono menzionati vari luoghi del Salento, a Lecce, a Cocumola, a Torchiarolo e altrove. Le sue origini salentine, il barocco, l’esperienza spagnola, il vivace dibattito tra la poesia ermetica e neorealista influenzeranno quasi interamente la sua scrittura e la sua poetica. Con La luna dei Borboni (1952) è finalista al Premio Viareggio, vince il Premio Carducci nel 1956 con Dopo la luna. Ispanista per Einaudi, promotore culturale, diresse la rivista “L’esperienza poetica” da lui fondata (1954-56) in cui propone una terza via alla poesia tra ermetismo e neorealismo, docente di letteratura spagnola a Bari. Il ritorno a Roma dal 1960, per proseguire la sua intensa attività letteraria, fino alla morte prematura nel 1970, a 56 anni. Dal 2010 la sua tomba si trova nel cimitero monumentale di Lecce.

Attualmente tutto il corpus dell’opera Bodiniana è pubblicato da Edizioni Besa di Nardò nella collana Bodiniana. Da ricordare La Luna dei Borboni (1952) a cura di A. Mangione 2006; Dopo la luna (1956) a cura di A. Mangione 2009; Metamor (1967) a cura di A. Mangione 2010; Barocco del Sud. Racconti e prose a cura di A. L. Giannone 2003; Poesie (1972, raccolta postuma uscita per A. Mondadori e negli ultimi anni ripubblicata da Besa.Tu non conosci il Sud, le case di calce / da cui uscivamo al sole come numeri / dalla faccia d’un dado”: così incomincia La luna dei Borboni (Milano, Edizioni della Meridiana, 1952). Possiamo affermare che con Bodini il mondo culturale, intellettuale e letterario leccese ha avuto una crescita ed una evoluzione ancora attuale, unanimemente riconosciuto come punto di riferimento della cultura intesa come popolare, nell’accezione più nobile del termine. Un faro che ha illuminato gran parte dell’attività letteraria contemporanea locale. Come Carmelo Bene, Girolamo Comi, Antonio Verri, Salvatore Toma, Tito Schipa, Cloe Elmo ed altri ancora, l’intellettuale Bodini è dunque un patrimonio culturale da preservare per le future generazioni e a cui è doveroso rendere omaggio nella sua città.                       (di S.B.)

Fonte biografica: “Vita e opere” del professore Antonio Lucio Giannone su vittoriobodini.it