Dalle liriche ai racconti, per narrare le vite di volti noti e meno noti. Il giornalista de La Gazzetta del Mezzogiorno Toti Bellone, che i lettori hanno conosciuto e apprezzato per le sue poesie di 133 liriche più una, torna in libreria, questa volta con un'antologia di racconti dal titolo «La Fitalòra». Bellone mutua il termine del dialetto leccese, fitalòra appunto, che vuol dire, vortice, per narrare un gorgo di personaggi. Una narrazione particolare di una quotidianità curiosa e carica di empatica rassegnazione. I personaggi, che animano le storie, vivono la loro solitudine come una forma di armonia con il circondario, un mondo in cui nulla accade, ma è sempre tutto in divenire. Non esiste passato e presente nella vita delle persone, perché è tutto un proseguo, che mai diventa indifferenza, che mai viene ammazzato dall'abitudine. Tutto prosegue, tutto è solitità, tutto scorre, anche se, in qualche modo, il tempo è fermo nel suo essere fisso sugli obiettivi di ogni uomo e ogni donna, sullo scopo di vita della società. Bellone parla delle situazioni temporali, rispettando i tempi dei suoi personaggi e dei racconti in cui sono incastonati, ma anche quelli del lettore, dal quale mai prescinde. Protagonisti, i suoi, che conservano una certa originalità e originarietà, visto che l'autore presenta anche personaggi conosciuti nella vita reale, di cui fa ritratti narrativi singolari e curiosi. Tra queste personalità ci sono poeti e artisti, che Bellone non presenta come grandi uomini, ma come umani che vivono la totalità della collettività. Uomini di vita vissuta, che danno senso a cose di comune quotidianità. Toti Bellone, leccese, è giornalista professionista. Inviato de La Gazzetta del Mezzogiorno con cui continua a collaborare, corrispondente dell'Agi, l'Agenzia Giornalistica Italia e dell'emittente televisiva Antenna Sud, è laureato in Lettere Moderne. Per Besa, ha pubblicato la raccolta di poesie 133 liriche più una (2015).