Un incontro nel nome di Renata Fonte e del suo impegno per la sua terra che le costò la vita. Gli alunni ed alunne delle classi terze dell’Istituto Comprensivo «Vittorio Bodini» di Monteroni e Arnesano sono stati i protagonisti, lo scorso 20 febbraio, dell’iniziativa sulla piattaforma Meet «Renata Fonte: impegno civile e tutela dell’ambiente», che ha visto la presenza di Sabrina Matrangola, figlia di Renata Fonte, dello scrittore e giornalista Carlo Bollino, già direttore della Gazzetta del Mezzogiorno, della dirigente dell’Istituto Lory Natale e delle docenti coinvolte nel progetto e dell’Istituto. L’incontro ha avuto come momento centrale l’attesissimo dibattito tra gli alunni e Sabrina Matrangola, figlia maggiore di Renata Fonte, assessore neretino, uccisa dalla mafia, il 31 marzo del 1984, donna alla quale si deve la protezione del parco naturale di Porto Selvaggio. Interessante anche il dibattito con Carlo Bollino, autore del libro «La posta in gioco» (Carmine De Benedittis Editore, 1988). Emozioni molto forti, e forte l’indignazione tra i circa 50 studenti intervenuti al dibattito, tutti molto preparati, i quali hanno intrattenuto gli ospiti con riflessioni, domande, e curiosità su Renata Fonte: la donna, la madre, il politico. La difficoltà di conciliare lavoro, carriera e vita familiare, l’ostracismo dei colleghi uomini, e, soprattutto, i pericoli legati al suo impegno a tutela di un parco naturale, quello di Porto Selvaggio, su cui la mafia aveva individuato un potenziale sfruttamento illegale, sono solo alcuni dei temi affrontati durante l’incontro. Interessanti anche i commenti dei ragazzi: «Il personaggio della Fonte mi ha meravigliata. Era una donna “anticonvenzionale” per ciò che erano gli ideali dell’epoca», afferma un’alunna. «Prima il libro e poi il film - sostiene un’altra alunna - mi hanno dato la possibilità di capire l’importanza di sentire due versioni spesso differenti della stessa verità». Tra le domande rivolte al giornalista Bollino, ci sono state quelle riguardanti i motivi che hanno spinto, l’allora ventiquattrenne giornalista, ad accostarsi ad un tema così scottante. E ancora, se la magistratura avesse fatto, a suo tempo, il possibile per punire i mandanti dell’assassinio di Renata Fonte. Infine, gli alunni hanno espresso il desiderio di ricevere, dagli ospiti, qualche consiglio per «vivere» appieno il senso della legalità e migliorare la società.