Le vicende post-unitarie vissute nell’estremo lembo di quello che era stato il Regno delle Due Sicilie. Con il rigore dello storico e la leggerezza della sua penna, Angelo Donno torna a raccontare del meridione salentino nel periodo legato all’unificazione d’Italia. Si chiama «E poi venne sera» il romanzo appena firmato per i tipi di Besa Editrice. Donno riporta il lettore nella provincia di Terra d’Otranto, esattamente due anni dopo l’unificazione, dopo la nascita del Regno d’Italia. Il Meridione vive in una condizione di oppressione e sottomissione ai piemontesi, che inviano nelle province il loro esercito, la cosiddetta Guardia Nazionale, per imporre obbedienza al re Vittorio Emanuele II e fronteggiare la rivolta di una parte di popolazione che non accetta i nuovi regnanti. La grande storia si intrecci con quella locale, eroe «nostrano» è il giovane Giulio Longo, colto e studioso, cresciuto dal padre a pane e carboneria e destinato a diventare punto di riferimento della lotta partigiana contro i piemontesi. Dopo la morte del padre, il suo tutore, il sacerdote don Ambrogio Mosco, gli procura un lavoro come insegnante presso un monastero. Presto però la sua attività partigiana lo espone all’attenzione del comandante della Guardia Nazionale Gustavo Martinelli, che gli attribuisce diversi atti eversivi. Giulio Longo è costretto a lasciare Taviano per Gallipoli dove viene ospitato e nascosto dalla famiglia del dottore Felice Merenda, un veterinario filo borbonico, e si pone a capo di un piccolo gruppo partigiano. Nel frattempo a Gallipoli e in Terra d’Otranto imperversa l’arroganza della Guardia Nazionale, a cui viene affidato il compito di sottomettere e intimorire la popolazione locale con l’imposizione di nuove tasse e la confisca delle botteghe a scopo intimidatorio. Un comportamento che Giulio mal sopporta e che lo induce più volte a prendere parte a piccole risse e sommosse. Giulio ed Eleonora si scambiano confidenze ed effusioni ma il loro idillio è interrotto dalla notizia dell’arresto di Augusto, accusato pretestuosamente di detenere armi e di aver ucciso un milite piemontese. Giulio riunisce i suoi compagni e con loro pianifica il sabotaggio di una nave e la requisizione delle armi lì conservate. Inizia un periodo di pianificazione di azioni sovversive, Giulio è sempre più determinato nelle sue intenzioni, ma il suo cuore è per la prima volta messo alla prova da un sentimento nuovo, quello che prova per Eleonora. Bisogna far fuggire Augusto dalla prigione, Giulio pianifica i dettagli e l’operazione riesce e partono le azioni per pianificare la fuga in Spagna di Augusto su una nave che sarebbe salpata da Gallipoli alla volta di Valencia. Ma il destino e pronto a scompigliare le carte. Strenuo difensore dei diritti della sua terra e della sua gente, Giulio è simbolo e voce di una popolazione che visse in maniera drammatica l’Unità d’Italia. Angelo Donno è nato nel 1959 a Taviano, dove vive. È sociologo e lavora presso il Dipartimento per le dipendenze patologiche della Asl di Lecce. Ha pubblicato i romanzi storici Il meridiano delle stelle ( Manni) e L’ultimo re (Besa).