Amore e odio, legami e conflitti con la terra natia, la Terra del rimorso, la «terra del cattivo passato che torna e opprime col suo rigurgito», per dirla con le parole di Ernesto De Martino. È da questi luoghi che vuol fuggire Eulalia, la giovane protagonista de L’ultima tarantata, il romanzo firmato da Pietro Zauli per I Libri di Icaro Edizioni, che trova ambientazione in uno scenario tutto salentino, con le sue tradizioni e le sue ancestrali credenze. Siamo alla fine degli anni ’90 ed Eulalia, giovane e tipica bellezza salentina, vive un rapporto molto contrastato con la sua terra. Da una parte è profondamente attaccata alla natura e alla storia del Salento, dall’altra sogna di esulare al Nord. Morde il freno rispetto a una mentalità retrograda e superstiziosa, che la vorrebbe allineata e conforme a un prototipo di ragazza ben integrata nel clan della famiglia allargata, ottusamente legata alle apparenze. Eulalia non passa inosservata, soprattutto per il modo di fare e di pensare che spesso rasenta la provocazione. Non essendo quindi inquadrabile secondo le anguste categorie locali correnti, finisce per ricadere nell’ormai desueta definizione di «tarantata». Ma per quanto respinga questo incasellamento obsoleto, al contempo se lo sente ineluttabilmente cucito addosso, vivendolo come un inesorabile fio da pagare alla famiglia e alla società, per potersene finalmente affrancare. L’ultima tarantata è un libro sulla pizzica salentina, sull’amore per il Salento, ma anche sull’arretratezza sociale e non solo di una terra pregna di incanti e disincanti. Una storia appassionata, ma lucida, che pone il tarantismo al centro della narrazione e offre una lettura romantica e, al contempo, critica, come solo un terapeuta di professione avrebbe potuto fare. Zauli descrive luoghi e situazioni con somma lucidità, senza lasciarsi tradire da facili richiami olografici o incappare in «trappole» di scontati tradizionalismi. Il suo è un viaggio nel tempo e nei luoghi del Salento più arcaico, contrapposto al desiderio di evasione da quella che per la protagonista comincia ad essere una vera e propria gabbia di tradizione. Pietro Zauli, natali romagnoli, nasce a Vercelli nel 1977 e nel 1985 rientra in Romagna, dove vive sino al 1996, quando si iscrive all’Università di Psicologia a Milano. Proprio l’Università diviene galeotta per l’incontro con la moglie, salentina, attraverso la quale scopre la suggestione storica, naturalistica e tradizionale del Salento, che frequenta assiduamente oramai da vent’anni, anche se non finisce mai di scoprirne le meraviglie. Vive e lavora a Faenza in qualità di psicoterapeuta. Nel 2005 alcune sue poesie sono state selezionate e pubblicate nell’Antologia del Premio Pablo Neruda. Nel 2006 esce il romanzo Giorgio! C’è un insetto! (Bacchilega Editore) e nel 2011 la raccolta di fiabe per adulti La foresta proibita (Giraldi Editore).