Una scrittura poetica che si fonde con il pensiero filosofico, liberando i versi dalla condizione umana alla sublimazione e alla leggerezza del divino. «I giorni dell’ombra. Diario degli occhi disarmanti», il libro di Luca Imperiale edito da Musicaos Editore, racchiude un esordio poetico con un impianto filosofico puntellato di solide basi teoriche, che unisce la scrittura in versi alla filosofia. L’autore si presenta subito al lettore con una lunga introduzione che culmina con i versi Sulla via della Croce. «Sono stato – dice – essendoci ancora oggi, isolato nella stanza di autentico fascino. Una torre di tempo funesto e leggendario. Tempo di morte e di vita. Tempo di vita e di morte, nell’alternarsi di mutabili e immutabili stagioni, nelle notti di verace firmamento, di profezie apocalittiche o di lieti risvegli. Tempo di alambicchi e di maghi, di cavalieri erranti. Tempo di dediche al cielo, di ricerca di Dio […]», cui seguono i versi Sulla via della Croce/d’oggi e di ieri eguale via/brulle terre dei dolore/mari ardenti di morte. Alessandro Errico, che assieme a Valentina Murrieri, Valerio Capasa e Marcello Buttazzo è presente nella silloge con il suo contributo, scrivendo dei versi di Luca Imperiale, parla di: «Sillabe che sfogliano pagine in un farsi discorsivo di parole ora lisce come schiaffi, ora ruvide come carezze. Squarci di luce improvvisa nel dominio del buio, come flash a fotografare la fuga di un istante, il respiro evaso dall’apnea mentale. Una scrittura che prende in prestito gli oggetti della consuetudine cercando di elevarli al tono del canto alato, far ascendere la quotidianità di tutti a registro alto, dar voce alla materia per incastonarla nella versificazione che dà vita e dignità alle cose talmente familiari da apparire inutili, ripetitive, noiose». Valentina Murrieri racconta di un «Archivio di “giorni di lotta” senza perimetro, né cuciture, messo assieme da una saldatrice che ti ha sigillato verso dopo verso» e Marcello Buttazzo aggiunge che «Luca ha saputo far nascere aurore sorgive e vitali, approdando ad una bellezza vivida. Luca Imperiale è davvero un artista della sua esistenza, perché nei suoi componimenti sa evocare i suoi vissuti, depurati da ogni egocentrismo. Le sue storie sono universali, appartengono a tutta l’umanità». L’appendice alla raccolta, dal titolo «Tutto ebbe inizio», rappresenta poi un’opera nell’opera, che nel solco di quella poesia novecentesca che ha saputo trarre ispirazione dalle tematiche religiose (con nomi come Mario Luzi, Alda Merini, Clemente Rebora, Giovanni Pascoli, Carlo Betocchi), presenta il testo di una «Via Crucis» contemporanea, attuale, capace di mettere a confronto l’umanità del dramma vivente, personale, e l’universalità del racconto evangelico. Luca Imperiale è nato a Brindisi nel 1983 e vive a Sannicola. È appassionato di musica, soprattutto italiana e cantautorale. Ascolta fin da piccolo, legge e approfondisce la poetica dei più grandi cantautori italiani come De Andrè, Guccini, Vecchioni, Lolli, Bertoli e Vasco Rossi.  È laureato in scienze religiose, appassionato di Dostoevskij e coltiva quotidianamente la passione della scrittura.