Volti che gli anni allontanano ma non sbiadiscono dalla mente e dal cuore, in una storia che congiunge il periodo appena antecedente la seconda guerra mondiale e l’Albania comunista. La racconta la penna sopraffina dello scrittore albanese Virgjil Muçi nel suo romanzo La vedova innamorata, edito da Besa Muci Edizioni, usando parole e stile che catturano il lettore in una storia dove il tempo è solo relativo. Protagonista è Maria Luisa, e le sue vicende si snodano nello spazio, tra Roma e Tirana, e nel tempo, quello che lo scorrere dei giorni misura in quarant’anni ma che i sentimenti, immutati nel vigore, hanno mantenuto immobile. E un’altalena di sensazioni dettate dai ricordi a far da contrappunto. Maria Luisa è una turista italiana in Albania, in un momento storico, il 1989, in cui pochi selezionati forestieri si recano in visita in queste terre. In realtà la donna è a Tirana per un motivo ben preciso, che confiderà a Ilir, la guida turistica: vuole ritrovare una persona persa di vista quarant'anni prima, motivo per il quale il suo cuore non ha mai smesso di soffrire. Il giovane, divenuto un amico fidato, deciderà di aiutarla. Un romanzo che si tinge di noir elevando all’ennesima potenza le emozioni e le più vive sensazioni, dettate dall’amore puro e dalla potenza delle rimembranze. La protagonista è morta, ma attraverso la voce narrante di Ilir torna alla vita, rievocata dai suoi racconti. Un’indagine dovuta per una morte improvvisa, per una di quelle dipartite che, in realtà, avviene quando non si ha più niente da spartire con questo mondo, quando si realizza che l’unica cosa che ha dato forza alla propria esistenza, non c’è più. Un romanzo dalla trama compatta e avvincente, carica di mistero e colpi di scena, che vede un’ambientazione inusuale per quei tempi (è il 1989, in Albania, quando i turisti accettati erano davvero ben pochi). Bella la capacità narrativa di Virgjil Muçi, bella la sua modalità di disegnare i personaggi, tutti in maniera delicata e particolareggiata allo stesso tempo. La vedova innamorata è stato pubblicato per la prima volta in Albania nel 1989, per conoscere poi una ristampa nel 2005. Muçi consegna al lettore una narrazione potente, coinvolgente, che lo trascina in un racconto che si tinge di mistero, in cui ogni pagina è una scoperta, un noir giocato sul filo delle emozioni, dei sentimenti, dei misteri che ruotano intorno alla protagonista, donna fragile e al tempo stesso irremovibile, scheggia impazzita destinata a infrangere gli schemi del regime con la sua appassionata impulsività. Nel 2018 l’autore ha vinto il Premio Kadare, il più prestigioso in Albania, con La Piramide degli spiriti, edito da Besa nel 2019.