L'arte di comporre e di svelare enigmi, e di «giocare» con le parole, analizzata da u n maestro del genere. Michele Miccoli, «Il Maranello» per i fedelissimi de La Settimana Enigmistica, lo storico periodico su cui è prestigiosa firma, approda in libreria con il saggio La parola svelata. Strategie linguistiche nell'enigmistica classica (Edizioni Milella), testo indispensabile non solo per gli appassionati ma anche per chi intende erudirsi su quest'antica arte. «È forse il primo libro che tenta una sistemazione linguistica, talvolta verrebbe da dire anche psicolinguistica, dei fatti dell'enigmistica, senza fermarsi alla semiotica - dice Emanuele Miola, docente di linguistica generale all'Università di Bologna, che ha curato la prefazione del volume – È anche, però, un testo in grado di insegnare la tecnica risolutiva e compositiva di crittografie, rebus epigrammatici e poetici, come potrebbe fare solo un sopraffino autore quale è Il Maranello». Con una notevole capacità espositiva, Miccoli è in grado di illustrare al lettore un testo tecnico attraverso uno stile narrativo, esplicativo. Non stupisca infatti se le pagine, nel loro scorrere, catturino l'attenzione come il migliore dei thriller. Miccoli spiega così l'importanza del gioco con le parole, la cui capacità di allenare le menti si affianca a quella di favorire l'uso della lingua e quindi della comunicazione, fondamentale nelle relazioni sociali. Spesso l'interpretazione di un messaggio è ostacolata e resa difficile dalla presenza in esso di elementi ambigui. L'ambiguità, che nella vita quotidiana può minare l'efficacia degli scambi comunicativi, costituisce l'essenza dell'enigmistica classica, quella branca dell'enigmistica che concerne l'elaborazione e la produzione di enigmi basati sull'uso estetico e creativo della lingua, proposti per essere risolti e chiamati «giochi». Dice l'autore: «In questo libro – che non è un manuale di enigmistica né un saggio di semiotica – cerco di esplorare gli aspetti dell'enigmistica classica nella loro essenza linguistica e in special modo nella loro essenza ambigua mettendoli in relazione con altre discipline delle scienze umane […] Sono passate in rassegna tutte le tipologie di giochi che appartengono all'enigmistica classica di ognuna e vengono forniti esempi e spiegazioni. È un libro scritto da un autore di giochi e non da uno studioso di lingua». Questo saggio, dunque, esamina l'ambiguità nelle sue varie forme e fa vedere come essa si manifesta negli «atti linguistici» in genere e come poi viene utilizzata e introdotta nei giochi enigmistici sulla quale sono sempre costruiti. Passando in rassegna tutti i tipi di gioco, descrive le tecniche compositive utilizzate dall'autore per sviare e distrarre il solutore e mostra come l'autore introduce nel gioco dei «segnali» per permettere il rintracciamento della soluzione e dar conto del fair play necessario perché l'enigma sia davvero un gioco. Il testo mette in relazione l'enigmistica e i suoi meccanismi con altri ambiti del sapere umano e tratta specificatamente gli stretti rapporti tra enigmistica classica e lingua, cogliendone le relazioni semantiche, sintattiche e morfologiche. Più specificatamente mostra come l'enigmistica ingloba e recepisce i normali fenomeni linguistici o gli usi retorici costringendoli a svolgere funzione estetica. E proprio all'esperienza estetica in enigmistica il saggio dedica un intero capitolo.

Michele Miccoli (Caprarica di Lecce, 12 gennaio 1964), ingegnere di professione, enigmista con lo pseudonimo Il Maranello, dal 1992 collabora attivamente con La Settimana Enigmistica e con la rivista specializzata di enigmistica classica La Sibilla. La sua produzione spazia dai rebus alle crittografie ma è principalmente autore di giochi epigrammatici.