VITA SU UNA GAMBA SOLA. 10 ANNI DI GUERRA IN SIRIA

UNA MOSTRA INEDITA DELL'ARTISTA E VIGNETTISTA SIRIANA AMANY AL-ALI

PAESAGGIO SONORO A CURA DI MARC CODSI 

Da mercoledì 9 giugno a domenica 25 luglio 2021 (ingresso gratuito - dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 20, sabato e domenica dalle 10 alle 20 e durante gli appuntamenti della rassegna ExtraConvitto) nelle sale al primo piano del Convitto Palmieri - Biblioteca Bernardini di Lecce sarà allestita la mostra “Vita su una gamba sola. 10 anni di guerra in Siria” di Amany al-Ali. Nelle trentuno illustrazioni digitali la trentasettenne artista e vignettista siriana racconta dieci anni di vita a Idlib nel nord del Paese, in una regione particolarmente colpita dai raid del regime di Bashar al-Assad e nel mirino delle milizie estremiste. «Ogni disegno parla di un aspetto diverso della vita che è cambiato. Ogni disegno racconta un dettaglio che voglio comunicare al pubblico. Le case si sono trasformate in campi profughi, l’istruzione si è persa, la morte è dappertutto, l’amore e la musica sono stati colpiti e messi a tacere», racconta Amany. Nel percorso di visita è presente, inoltre, una sezione speciale, dedicata alla figura della donna, composta da quattro illustrazioni, definite dalla stessa artista «di ispirazione espressionista». Il “paesaggio sonoro” è stato affidato a Marc Codsi, compositore, chitarrista, polistrumentista e produttore, tra i principali fautori del rinnovamento della scena musicale contemporanea libanese e mediorientale. La mostra è accompagnata da un catalogo in tre lingue (italiano, inglese e arabo) impreziosito dalle didascalie di Amany al-Ali e gli interventi di Marc Codsi, della giornalista del Corriere della Sera Marta Serafini e del portavoce italiano di Amnesty International Riccardo Noury. La mostra è ideata, realizzata e promossa dall’associazione Diffondiamo Idee di Valore e dal festival Conversazioni sul futuro con il patrocinio della sezione italiana di Amnesty International, con il sostegno della Regione Puglia nel Programma Straordinario 2020 in materia di Cultura e Spettacolo e, tramite il Teatro Pubblico Pugliese, nella programmazione Custodiamo la cultura in Puglia e in collaborazione con il Polo Biblio-Museale della Regione Puglia e la Biblioteca Bernardini di Lecce. 

Vita su una gamba sola. 10 anni di guerra in Siria” sarà presentata e inaugurata martedì 8 giugno alle 18:50 (ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria WApp 0832373576) nel Chiostro del Convitto Palmieri (e in diretta su Facebook e Youtube @conversazionisulfuturo) con una puntata speciale del format Sette Meno Dieci condotta da Gabriella Morelli e Pierpaolo Lala, nell'ambito di ExtraConvitto, rassegna promossa dal Polo Biblio-Museale della Regione Puglia a cura di Mauro Marino e dello staff della Biblioteca Bernardini, con il patrocinio della Provincia e del Comune di Lecce. In collegamento interverranno Amany al-Ali, Marta Serafini e Riccardo Noury. 

«Ho tratto il titolo della mostra dalla storia di un bambino che ha perso una gamba a causa di un missile russo caduto sulla sua casa. Quel bambino continua la sua vita su una gamba sola, in un luogo diverso dalla sua terra d’origine», spiega Amany al-Ali. «Ogni disegno fa luce su un problema differente di cui soffrono i siriani sia nelle aree liberate sia nelle zone controllate dal regime. Negli ultimi dieci anni la Siria è cambiata molto e il presidente Bashar al-Assad ha mostrato il suo vero volto, quello che il popolo non conosceva fino in fondo. È stato capace di distruggere il nostro Paese in modo sistematico, con bombardamenti aerei e armi vietate, anche per mezzo dei suoi agenti e degli alleati a cui ha chiesto aiuto. Nei primi anni l'alleato più forte è stato l'Iran, ma oggi l'equilibrio di potere è cambiato drasticamente. A sei anni dall’intervento della Russia, Bashar ha assunto un ruolo secondario, portando avanti solo uccisioni e distruzione, ma anche addestrando gli agenti dell’ISIS e degli altri gruppi estremisti armati a perpetrare abusi contro la popolazione sotto il loro controllo. Il cambiamento delle condizioni della gente nelle zone liberate e in quelle controllate dal regime ha portato all’aumento della povertà e moltissime aree si sono trasformate in campi di sfollati», prosegue. 

«Onorare una storia, renderle testimonianza, darle una voce più forte e una luce più intensa. Queste le motivazioni che ci hanno portato a collaborare con Amany e a produrre la sua prima mostra in Italia», sottolinea Gabriella Morelli, presidente dell’associazione Diffondiamo idee di valore. «A Idlib, nel nord della Siria, in una terra devastata dalla guerra, Amany vive costretta da restrizioni e censure sotto il regime di Assad e dei violenti gruppi estremisti che controllano la sua regione. Per raccontarlo non bastano le parole, servono forme e colori. Le sue vignette sono esplicite, dolorose, coraggiose. Parlano un linguaggio universale, non consentono giri di parole. Amany ha visto fumare le macerie di Idlib e, attraverso un uso sapiente della satira, dà voce alle donne e difende il diritto della sua terra a un’esistenza pacifica». 

«Gran parte delle voci che si sentono in questo pezzo sono quelle delle radio ricetrasmittenti che i siriani usano nelle loro case per essere aggiornati sui movimenti degli aerei e degli elicotteri militari e sugli eventuali bombardamenti in arrivo da parte del regime siriano di Assad», precisa Marc Codsi. «Sono stato profondamente commosso da queste voci perché immagino che sentirle possa significare la vita o la morte per la gente in questo contesto così instabile e incerto. È l'unica arma di difesa contro la brutalità dei bombardamenti indiscriminati che vengono utilizzati per attaccare i ribelli e allo stesso tempo per punire la popolazione. La musica che fa da sottofondo alle voci invece è calma e serena come a preparare un mondo a venire; è tratta dal mio album “A New World” (Annihaya Records 2019) dove l'idea era quella di creare una sorta di foglio bianco da cui potesse emergere un mondo nuovo». 

Nata in Arabia Saudita nel 1984, Amany al-Ali è un’artista e disegnatrice che vive a Idlib nella Siria nord-occidentale, situata vicino al confine con la Turchia. Nel 2016 inizia a disegnare vignette per un giornale locale collaborando poi con diversi siti web, come “The New Arab” e “Al-Nims”. Le sue vignette raccontano temi sociali e politici, la crudeltà della guerra e la violenza sulle donne, non risparmiando critiche sagaci e dirette agli abusi dei gruppi estremisti così come alle violenze perpetrate dal regime e dalle forze straniere presenti in Siria. A causa della sua attività ha ricevuto e continua a ricevere minacce, anche di morte, dalle varie fazioni estremiste armate e dal regime. Questo l’ha portata a limitare le sue attività e i suoi spostamenti all’interno della città. Crede fortemente che disegnare sia il suo unico mezzo per resistere ai bombardamenti e che i colori siano il suo modo di sorridere di fronte alla morte. I suoi disegni sono stati esposti ad Amsterdam in Olanda nel 2018, Manchester in Inghilterra e Saint-Briac sur Mer in Francia nel 2019. Amany, purtroppo, non ha potuto mai partecipare a nessuna di queste mostre all’estero. Nel 2020 ha allestito la sua prima personale a Idlib, negli spazi dell’associazione “Shafak”, nonostante la città fosse sotto il controllo dei gruppi estremisti armati. Attualmente, insieme a due registe siriane, sta lavorando alle riprese di un film documentario che racconta la sua storia con il disegno e il diario della sua vita quotidiana a Idlib. “Vita su una gamba sola” è la sua prima mostra in Italia, ideata e realizzata appositamente per l’Associazione Diffondiamo Idee di Valore e il festival Conversazioni sul futuro. 

Nel 2021, insieme ad Amnesty International e in collaborazione con il Festival dei Diritti Umani di Milano, l'Associazione Articolo 21 e numerosi partner, con il patrocinio dell'Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, ha promosso “Free Patrick Zaki, prisoner of conscience”, edizione speciale del concorso internazionale di comunicazione sociale "Poster For Tomorrow". Sino al 25 luglio la sala lettura della Biblioteca Bernardini di Lecce ospita la mostra con i 30 manifesti finalisti, selezionati da una giuria internazionale tra gli oltre 900 lavori partecipanti da quasi 50 Paesi in tutto il mondo. L’obiettivo del contest è quello di unirsi, con il linguaggio dell’arte e della creatività, alle donne e agli uomini che nel mondo chiedono a gran voce l’immediata liberazione di Patrick Zaki in carcere nel suo Paese come prigioniero di coscienza.