Due donne, Laura e Alba, due vite che si fondono e confondono in una sola, ripercorsa schiudendo ogni volta la porta delle stanze del tempo come tappa in un ideale percorso a ritroso della propria esistenza. Giovanna Politi torna a scavare nei meandri dell’animo con un nuovo romanzo psicologico e introspettivo, La stanza rossa, edito per i tipi di Graus Edizioni con prefazione di Simona Decina e postfazione dell’attrice Carla Guido, un cammino sulla strada delle emozioni, uno scritto dagli alti contenuti che consacra Politi autrice raffinata e di elevato spessore. Giallo, thriller, sfumature di rosa e tinte a volte gotiche sganciano questo romanzo da un’etichetta di genere per renderlo un universo di possibilità per il lettore, un amalgama di percezioni e immagini legate ai ricordi del passato che Laura, la protagonista, rivive attraverso il racconto di Alba, una donna misteriosa incontrata per caso sul treno. Ma chi è in realtà Alba? E cosa vuole da Laura in questo cammino compiuto insieme? «È un viaggio complesso in cui Laura si lascia prendere per mano da Alba accettando un patto di cieca fiducia – dice Teresa Romano in una sua nota critica - necessaria per arrivare a comprendere dimensioni più profonde, penetrando gli abissi dell’intimità più inconfessata. È la sintesi di processi atti a scavare, scomporre, liberare l'animo umano, che solo mettendosi a nudo completamente potrà arrivare a riconoscere e ad accettare le proprie fragilità per poi interpretare i reali desideri nella sua essenza più vera. Dopo aver letto questo romanzo, il lettore non sarà più lo stesso e sentirà l’impellente bisogno di intraprendere il suo viaggio dentro, l’unico forse che non aveva ancora programmato di fare. L’autrice costruisce le pagine di questo romanzo parola dopo parola, frase dopo frase, mediante una linearità di linguaggio ricco di sfumature, di novità di senso, di immagini, di emozioni e una tale intensità di respiro da creare suspense, avvolgere di un alone di mistero i personaggi e tenere inchiodato alla sedia il lettore che aspetta di respirare le atmosfere e i vissuti di Laura per poterne godere. In questo romanzo l’autrice ci fa entrare con lei nelle varie stanze, vere icone letterarie, dove si riprenderà fiato allargando la prospettiva e rivoluzionandone il significato. Il lettore catturerà il soffio dell'anima, fino ad arrivare a respirare quello sguardo nuovo sulle cose. La stanza rossa, in fondo, è un dono che Giovanna Politi ha voluto fare a sé stessa e a tutti noi, suoi lettori, che in quelle stanze, metafore del tempo, scopriremo chi siamo stati e il perché del nostro andare. Nella consapevolezza che qualunque stanza è degna di essere vissuta». Giovanna Politi dunque, come perfetta e attenta viaggiatrice, inserisce nella valigia di questo viaggio le essenze del passato che, alla bisogna, attendono di essere tirate fuori e rivissute, non come mero ricordo ma come punto di ripartenza. Perché non esiste futuro senza passato. Giovanna Politi, scrittrice e poetessa leccese, ha otto pubblicazioni all’attivo tra romanzi, favole e raccolte poetiche. Pluripremiata in concorsi letterari importanti, uno tra tutti il premio Zingarelli 2019 per il romanzo Io sono l’amore (Kimerik) consegnatole dal Presidente di giuria, professor Paolo D’Achille, accademico della Crusca. Con il progetto «Libriamoci», voluto dal Miur e dal Ministero dei Beni Culturali, ha visitato oltre cinquanta scuole in tutta Italia. È ideatrice del Progetto didattico di «Educazione alla Bellezza e al Sentimento» adottato in molte scuole primarie.