Un ideale percorso, tutto umano, che attraversa le grandi domande di sempre. Pensato e lavorato negli ultimi due anni, esce in libreria Salvo casi imprevisti. Saggi casuali e leggeri di un narratore, il nuovo libro di Antonio Errico edito da Kurumuny con il quale l’autore conduce senza indugi nel cuore profondo dell’esistenza, tra interrogativi archetipici e rinnovate sfide del pensiero. Le possibilità e i limiti della conoscenza, l’imprescindibilità del punto di vista e le straordinarie avventure che da questo possono avere origine, il valore significativo della bellezza, e ancora il posto dell’uomo nel vasto campo da gioco dell’universo, il peso della memoria nella partita con se stessi e con la Storia, la necessità “ontologica” del tentativo, nonostante la regola dell’incertezza: sono solo alcuni dei grandi temi che affiorano dal discorso di Antonio Errico. Sei «saggi casuali e leggeri di un narratore» che raccolgono un inesauribile serbatoio di pensiero, sulla punta di una scrittura seducente, poetica, mai banale, che da anni affascina i tanti lettori dei suoi libri e delle sue rubriche su giornali e riviste. Una scrittura in grado di trasformare il profluvio di letture e la solida bibliografia che premettono le riflessioni condotte in queste pagine in una conversazione aperta a ogni lettore, un invito «conviviale» a partecipare all’ideale tavola rotonda nella quale trovano posto senza soluzione di continuità Niccolò Copernico e John Keating – il professore protagonista del film L’attimo fuggente – Giacomo Leopardi e Zygmunt Bauman, sant’Agostino e Roberto Baggio. «Questo insegna la scienza e la storia della scienza – si legge nel libro - Da questo si dovrebbe imparare molto: soprattutto si dovrebbe imparare a considerare estremamente precarie, provvisorie, friabili, le conoscenze che abbiamo e ancora più precari i codici e gli strumenti con i quali esprimiamo e applichiamo le conoscenze. Si dovrebbe imparare a esporsi al rischio della rivelazione, più o meno graduale, più o meno improvvisa, che il nostro sapere, in casi non rari, non è altro che un’illusione di sapere. La nostra etica, la nostra estetica, la nostra letteratura, la nostra scienza, le nostre leggi, le lingue che parliamo, le denominazioni e i significati che attribuiamo ai fatti e alle cose, le tecnologie che usiamo e che ci usano, le arti, le filosofie, le psicologie, le pedagogie che consideriamo nostre, le nostre storie e le nostre geografie, i valori in cui crediamo o ai quali facciamo comunque riferimento, serviranno per sempre. Antonio Errico è nato in provincia di Lecce dove vive e lavora come dirigente scolastico di un liceo. Collabora a quotidiani e periodici, a riviste letterarie e scolastiche. Ha pubblicato volumi di narrativa e di saggistica, tra cui Tra il meraviglioso e il quotidiano (1985); Favolerie (1996); L’ultima caccia di Federico Re (2004); Salento con scritture (2005); Viaggio a Finibusterrae (2007) Stralune (2008); Le ragioni della passione. Approdi e avventure del sapere (2009); L’esiliato dei Pazzi (2012); Fiabe e leggende di Puglia (2013); La pittora dei demoni (2014); L’imperfetto lettore (2018); Peccata (2019).