Esperienze di insegnamento e di vita in un quartiere dove tutto è difficile, an che guardare al domani. Emmanuela Rucco toglie dalla sua memoria per trasferirli su carta i quattro anni di insegnamento all’Istituto Comprensivo «Luigi Pirandello» al periferico quartiere Paolo VI (come usano dire i residenti), con il suo libro «Un banco in più» edito da ArgoMenti Edizioni). «Chi è l’altro?» si chiede la Rucco nel suo libro. La definizione è a tutti nota: qualcuno o qualcosa di diverso, differente, inteso genericamente. Eppure, nella nostra quotidiana vita abbiamo sempre a che fare con l’altro: lo troviamo lungo le strade che percorriamo, nei negozi, nei mezzi pubblici, negli uffici. Alcuni diventano meno estranei di altri, e per questi adottiamo un termine più familiare: conoscente, oppure, amico. L’altro, allora, diventa compagno della nostra vita, o almeno di una parte di essa. Dal 2015, e per 4 anni, l’autrice ha insegnato al «Pirandello» di Taranto, al quartiere intitolato al pontefice che nel 1969 celebrò la messa di Natale tra gli altiforni e nato come residenza per i dipendenti dell’allora Italsider. È lì che il buongiorno, ogni mattina, viene augurato dall’imponente struttura di una delle più grandi acciaierie d’Europa, l’ex Ilva. In quel contesto Emmanuela si misurerà in una vera e propria missione a scopo educativo e sociale in grado di confrontarsi concretamente con il territorio e i problemi di chi lo abita. Una scuola di periferia come tante, ma con un progetto formativo come poche. In quello stesso istituto scolastico che negli ultimi anni ha subito decine di atti vandalici, incendi, allagamenti e furti di ogni genere, svolgerà una funzione sociale, quasi istituzionale, oltre che educativa. La vita, nel microcosmo della scuola «Pirandello», esalta proprio tutto questo: il giudizio, o se si vuole, il pregiudizio di chi guarda la differenza sociale e culturale da un lato e la paura del futuro dall’altro, insieme a un male interpretato senso del potere - se così possiamo definirlo - da conservare, aumentare, per essere sempre individuato come quello più forte, cui si deve rispetto. Eppure, c’è sempre la possibilità di una strada diversa da percorrere. Dalla lettura di questo libro arrivano tanti messaggi positivi. Emmanuela Rucco è laureata in Lettere e insegna nella scuola secondaria di primo grado. Dal 2018 ha la cattedra completa all’I.C. «Michele Greco» di Manduria. È diplomata in pianoforte al Conservatorio «Paisiello» di Taranto e, dal 2017, presiede la «Nova LiberArs a.p.s.» attraverso cui promuove attività culturali affiancata da collaboratori e «compagni di viaggio» che, con lei condividono, l’amore per l’arte, la musica, la letteratura e le reazioni sociali.