Alla scoperta di queste creature affascinanti e sempre più rare
Considerati fin da tempi remoti creature pericolose e cattive, spesso addirittura demoniache, i serpenti sono animali utilissimi per l’ecosistema. Questi rettili del sottordine degli “Ofidi” sono infatti importantissimi in quanto attuano un vero e proprio controllo biologico di tantissime specie animali appartenenti a categorie tassonomiche (classificazioni della natura) molto diverse tra loro; basti pensare che molte specie di serpenti in forma giovanile si nutrono di insetti e altri Artropodi (invertebrati), per poi cambiare alimentazione da adulti nutrendosi di piccoli mammiferi, anfibi, uccelli e loro uova, pesci e altri rettili. Senza i serpenti, e quindi senza questo controllo biologico (catena alimentare), moltissime specie si riprodurrebbero a dismisura, causando dei gravissimi squilibri ecosistemici.
Ai serpenti sono legate credenze popolari e leggende anche molto fantasiose, ma che spesso hanno creato non pochi problemi a questi bellissimi animali. Una delle credenze popolari più assurde è quella del lancio di vipere dagli elicotteri, un evento impensabile, ma a cui in passato molte persone hanno creduto. Purtroppo credenze popolari da un lato e religione dall’altro (molte raffigurazioni del demonio sono sotto forma di serpente), hanno creato nella società una considerazione negativa dei serpenti, a tal punto che le uccisioni volontarie di questi animali sono ancora oggi molto, troppo frequenti. Eppure siamo nel 2021, la tecnologia ci mette a disposizione una corretta informazione facilmente reperibile con un semplice clic, ma a quanto sembra nemmeno ciò riesce a spazzar via questa maledetta repulsione violenta contro i serpenti, una vera e propria piaga che ogni educatore ambientale ed ogni divulgatore scientifico, ma non solo, anche ogni semplice appassionato e amante della natura, deve affrontare ogni giorno.
Potrei star qui ore ed ore a parlarvi di quanto sono importanti i serpenti, ma anche delle mie esperienze di recupero di questi animali da scantinati, garage, piscine, serre, esperienze anche molto tristi, come l’incontro con un meraviglioso cervone di quasi due metri a cui era stata schiacciata da poco la testa e che ancora si dimenava prima di morire; mi fermo qui, magari approfondiremo insieme l’argomento durante una delle mie escursioni a spasso per il Salento.
Andiamo ora a conoscere insieme le specie di serpenti presenti nel Salento leccese, cominciando dalla specie più comune e più facile da incontrare, ovvero il biacco.
Il biacco (nome scientifico Hierophis carbonarius), meglio conosciuto nel Salento come “cursune, scursune, scurzone, ecc.”, è il classico serpente nero che tutti conosciamo e che possiamo osservare un po’ ovunque, spesso anche nei nostri giardini. Quest’ofide non possiede ghiandole velenifere, quindi non è assolutamente pericoloso per l’uomo o per gli animali domestici, anche se mostra un vero e proprio caratteraccio se lo si disturba e lo si prende in mano, mentre, come tutte le altre specie di serpenti, preferisce scappar via (ricordiamoci che per i serpenti noi rappresentiamo una minaccia, quindi dimenticatevi quell’altra credenza popolare che afferma che i serpenti inseguono l’uomo per morderlo).
Il cervone (Elaphe quatuorlineata), conosciuto nel Salento come “sacàra” o “pasturavacche”, è il più grande Colubridae d’Europa, infatti può superare abbondantemente i due metri di lunghezza. Al cervone sono attribuite diverse credenze popolari. Una di queste vuole che sia ghiotto di latte e perciò lo si incontri spesso nelle stalle attaccato alle mammelle delle vacche, anche a quelle delle giovani madri in periodo di allattamento; ovviamente, il cervone non si nutre assolutamente di latte, infatti la sua dieta è costituita da piccoli mammiferi, pulli di uccelli e spesso anche da uova ed anfibi. Altra leggenda afferma che, arrivato alla fase adulta, il cervone sviluppi un lungo corno frontale, cosa assolutamente non vera.
Nonostante la sua mole possa creare timore, il cervone è un serpente non velenoso, dal temperamento tranquillo e assolutamente non mordace.
Il colubro leopardino (Zamenis situla) è senza ogni dubbio uno dei serpenti più belli d’Europa. La sua livrea, nella maggior parte dei casi, è costituita da macchie rosse circondate da una fascia nera, con colore di fondo giallo sabbia e occhi rossi; alcuni esemplari, ben più rari, presentano una livrea costituita da strisce longitudinali rosse circondate da strisce nere, con colore di fondo giallo sabbia. Non è un serpente velenoso né in alcun modo pericoloso e tende a scappar via velocemente alle prime vibrazioni avvertite.
La natrice dal collare, o biscia d’acqua, (Natrix helvetica) è un serpente che si può facilmente incontrare nelle zone umide del Salento, come paludi temporanee, canali, laghetti e tutti quei luoghi in cui c’è un’abbondanza delle sue prede preferite, ovvero gli anfibi. Essendo un’abilissima nuotatrice, spesso si nutre anche di pesci. Dal temperamento piuttosto tranquillo, non possiede ghiandole velenifere, quindi non è assolutamente pericolosa.
La vipera (Vipera aspis subsp. hugyi), la regina dei serpenti del Salento, è l’unico serpente velenoso presente nel nostro territorio. Ormai divenuta rarissima, essendo un serpente molto diffidente, è difficilissima da incontrare (basti pensare che il sottoscritto, in 12 anni di ricerca, di vive ne ha incontrate solo due!). Il suo veleno può risultare pericoloso e potenzialmente mortale solo verso soggetti fragili, mentre su soggetti sani viene trattato clinicamente. Sono rari i casi in cui si rende necessario l’utilizzo del siero antiveleno di vipera, in quanto è da considerarsi una “estrema ratio” poiché può facilmente causare shock anafilattico.
Creature affascinanti i serpenti, creature utilissime e da rispettare, purtroppo oggi divenute sempre più rare a causa dell’ignoranza di chi le uccide, a causa della deforestazione e del consumo di suolo, a causa degli incendi sempre più diffusi in periodo estivo e a causa dell’utilizzo di veleni anti-ratto, che andrebbero immediatamente vietati e messi fuori mercato una volta per tutte.