Un flusso di racconti e di digressioni su vite e volti che hanno fatto la “storia di una storia” capace di approdare alla necessità di una rinascita che continua ogni giorno, nel presente. È in libreria L’orrore e la bellezza. Storia di una storia, il nuovo libro di Davide Cerullo edito da Animamundi Edizioni. Con questo libro Cerullo aggiunge un nuovo tassello al suo percorso di testimonianza in una commovente autobiografia che racconta la discesa negli inferi del crimine e la scelta dell’auto-liberazione dalle maglie della camorra. Il testo è accompagnato dall’introduzione di Erri De Luca. Vi troviamo, al contempo, la trama del mémoire, lo spazio riflessivo della confessione e la forza della denuncia che accende un faro sulla condizione vulnerabile dei bambini, una delle prime cause, scrive Cerullo, che portano alla perdizione. Cresciuto negli anni Settanta alla periferia di Napoli, entrato poco più che bambino nei giri della malavita organizzata, Cerullo trova il suo personale riscatto seguendo un’esigenza di rinascita interiore che lo porta ad allontanarsi dalla camorra e da Napoli, per poi tornare nella sua terra e da lì portare la sua testimonianza di salvezza. Incontra così la scrittura e la fotografia, fonda a Scampia l’associazione “L’albero delle storie” che si pone l’obiettivo di fornire ai bambini strumenti con cui affrontare e cambiare la realtà attraverso la creatività, il dialogo e i libri, è ospite di conferenze pubbliche e talk televisivi ed è coinvolto in numerosi progetti culturali ed editoriali: tra questi, il libro fotografico Visages de Scampia: les justes de Gomorra, in collaborazione con Erri De Luca, Christian Bobin e Ernest Pignon-Ernest (Editions Gallimard, 2018 – di prossima pubblicazione in Italia con AnimaMundi). Un libro commovente, nel quale il lettore accompagna Davide nei suoi ricordi dolorosi e nei suoi turbamenti, nelle domande aperte disseminate lungo il percorso e nella vibrante semplicità del bisogno di riconciliarsi con la vita. Attraverso la parabola di Davide, il testo dischiude una preziosa e rara finestra sulla vita interiore di un affiliato di camorra, superando la consueta ottica cronachistica e sociologica con la quale ci si approccia all’analisi del crimine organizzato, per mettere a fuoco quella esistenziale. Possiamo, così, affacciarci nella dimensione emotiva di chi decide di imbracciare un’arma, nel suo essere “persona” prima che delinquente, con il proprio carico di fragilità e meschinità. Il libro diviene quindi un utile strumento per allargare l’analisi e il giudizio, in un racconto che, tuttavia, non è mai di auto assoluzione. Attraverso una scrittura immediata, “urgente” – partorita nel bel mezzo della pandemia - L’orrore e la bellezza racconta l’infanzia di Davide, nono di quattordici fratelli, segnata dalla fame ma anche dalla meraviglia della natura, a contatto con il piccolo gregge di capre di famiglia. Una famiglia, la sua, difficile, ostaggio di un padre violento, perduta tra un trasloco e l’altro che passa dalle Vele di Secondigliano e da vari istituti per minori, una scuola che lo accoglie con malcelata intolleranza. Poi l’incontro con la malavita organizzata e la graduale ascesa-discesa verso il crimine, il terrore provato quando tiene per la prima volta un fucile puntato contro un uomo, la narcosi del vuoto interiore attraverso le prove di forza, sempre più pericolose e cruente, che richiamano tanto quelle cui era soggetto da bambino, imposte dal padre. In questo percorso resta - flebile, quasi sopita ma al contempo tenacemente presente - una voce interiore che lo richiama altrove, quasi una “lingua madre” estranea a quella parlata nel quotidiano, che gli permette di mettersi in dialogo con persone cariche di salvifica positività: un maestro di scuola, suor Monica, Rosa, la sorella Concetta, la famiglia che lo accoglie al Nord. Ma l’incontro determinante è quello fatto in carcere con il Vangelo, nelle cui pagine casualmente Davide ritrova il suo nome accanto a parole illuminanti, forse da sempre cercate, senza riscontro, nella realtà. Dalle Sacre Scritture Davide approda così alla sua propria scrittura, seguendo la direzione di una mappa tracciata in prima persona e la missione bella bellezza che salva dall’orrore. Davide Cerullo è nato nel 1974 nella periferia di Napoli. Attualmente vive a Scampia, dove ha fondato “L’albero delle storie”, un’associazione di promozione sociale, che si occupa di progetti educativi. Si dedica alla fotografia e alla scrittura.  Ha scritto, insieme ad Alessandro Pronzato, il romanzo Ali bruciate. I bambini di Scampia (Edizioni Paoline, 2009). La sua esperienza in carcere è raccolta nel libro Parole evase (Edizioni Gruppo AEPER, 2013). Ha pubblicato la favola La ciurma dei bambini e la sfida al pirata Ozi (Dante e Descartes, 2013), Poesia cruda. Gli irrecuperabili non esistono (Marotta&Cafiero, 2017), il libro fotografico Visages de Scampia: les justes de Gomorra, in collaborazione con Erri De Luca, Christian Bobin e Ernest Pignon-Ernest (Editions Gallimard, 2018 – di prossima pubblicazione in Italia con AnimaMundi), Fiori d’asfalto (Società Editrice Fiorentina, 2019).