Dalle notevoli capacità terapeutiche delle note sul cervello, al loro intreccio con il fato. Ovvero, che ruolo ha giocato la musica nella vita di grandi personaggi? Se lo è chiesto Antonio Montinaro, il noto neurochirurgo con la passione per la musica classica e la «devozione» per Mozart, con il suo libro Musica e destino (Mimesis), in cui l’aspetto scientifico della scrittura che caratterizza libri dell’autore lascia il posto ad un racconto emozionale delle vite di grandi uomini e grandi donne, scandagliando nelle loro esistenze per capire quanto sia stato grande il ruolo giocato dalla musica. Da Freddie Mercury a Janis Joplin, da Ezio Bosso ad Alan Turing, dal Cieco Tom a Virgilia Woolfe, «incontrando» Maria Callas, Pier Paolo Pasolini, Daniel Barenboim, Riccardo Muti fino a parlare, in un delicatissimo capitolo, della musica nei lager nazisti. Cosa accomuna dunque questi nomi? Certamente l’aspetto salvifico della musica. Si chiede il dottore Montinaro in Musica e destino: «Può la musica mutare il corso dell’umano destino? E perché in alcuni casi non è stata in grado di evitare che si instaurassero vizi incontenibili con esiti spesso fatali?». È questa la tematica affrontata nel libro, un «viaggio» in queste vite meravigliose «alla ricerca di una risposta, anzi di una delle possibili risposte, che già sin d’ora affiorano nel nostro cervello». Sono storie avvincenti che donano emozioni e accarezzano i sentimenti e che Montinaro, con la leggerezza del narratore sapiente, sa offrire al lettore con estrema gradevolezza, fino a catturarne l’interesse e l’attenzione. Sono storie di forza interiore, come quella di Ezio Bosso, nella cui vita la musica è stata più forte della malattia e testimonianza di libertà. Toccanti le vicende dei bambini prigionieri nei lager nazisti, a cui la musica era sollievo e balsamo da pianto e solitudine; le vicende di Wladyslaw Szpilman, il pianista ebreo polacco reso immortale dal film di Roman Polanski Il Pianista, epica pellicola del 2002, scampato alle persecuzioni dei nazisti grazie alla musica. E poi la vita di Freddy Mercury, «un inno all’amore» come la definisce Montinaro, a cui piace paragonare il fine vita del leader dei Queen a quello di Mozart: un canto incompiuto per entrambi (Mozart, come è noto, non terminò il suo Requiem). Un libro, dunque, di grande estro, una fonte di fiducia in sé stessi e un modo per dire come la musica sia, spesso, non solo farmaco ma anche percorso di salvezza. Come per Antonio Montinaro è sempre stata una fedele compagna di viaggio. «La musica non sarà in grado di salvare il mondo – scrive – ma è riuscita in alcuni casi a mutare favorevolmente il percorso di un destino avverso, sottraendo a morte certa Fania Fenelon, Esther Béjarano, Vladimir Spiltzman e chissà quanti altri. Musica e destino è un viaggio attraverso le vite di persone per cui la musica ha avuto un ruolo di primo piano, tutte accomunate dall’aver lasciato un segno indelebile nella storia del XX e del XXI secolo». Antonio Montinaro, classe 1945, è medico neurochirurgo e studia da tempo il rapporto tra musica e cervello. Ha pubblicato The Musical Brain: Mithand Science (2010), Musica e Cervello. Mito e scienza (2017), Melodie ossessive. Autobiografia in musica (2018), Musica e Cervello 2. Emozioni, generica e terapia (2019).