Nelle intenzioni dell'artista, c'era presumibilmente la volontà di suscitare un po' di clamore per il passaggio anche a Lecce del noto artista di Bristol. I graffiti o murales di Banksy sono ormai famosi in tutto il mondo da almeno un decennio in quella che viene definita Street Art. Non è andata così, il graffito dell’ignoto artista di strada è passato quasi inosservato, se n’è parlato poco, la sonnacchiosa città, distratta dal solito tran tran quotidiano, non lo ha notato più di tanto. Solo alcuni post su Fb, i soliti commenti a favore e contro, qualche video irrilevante e sbrigativo, c’è chi indignato ha denunciato verbalmente l’incivile imbrattamento di un muro antico. Eppure l’opera in questione non ci appare invasiva anche se usa come supporto la pietra leccese di una grande edicola votiva posta alle spalle del Duomo in via Paladini. Tutta l’immagine si posa delicatamente sulla parete, quasi a formare un unico insieme, un’apparizione mariana bella e soprattutto significativa. La Madonna dell'Accoglienza, ci piace denominarla così. Con quello scafo tra le mani, come se ci fosse un piccolo bambino al posto del barcone, manda un messaggio di accoglienza universale, sublimando il tenero istinto materno in un abbraccio ideale e significativo al prossimo, senza discriminazione alcuna. Un messaggio potente ed attuale, visto ciò che stiamo vivendo in questi giorni e che non avremmo mai voluto vedere. Un sentimento forte di accoglienza, di calma e di Pace di cui abbiamo un imprescindibile bisogno tangibile e urgente. Chiaramente è un falso, d’autore, visto che Banksy solitamente annuncia e documenta le sue scorribande artistiche sui social e di questa bellissima Madonna non vi è traccia. L’intera opera appare realizzata in tutta fretta, evidentemente l’ignoto artista aveva paura di essere scoperto da qualcuno, senza pensare però che la zona è provvista sicuramente di telecamere di sorveglianza. Il fatto che a distanza di almeno sette mesi l’opera sia ancora lì, dimostra la sensibilità per l’arte da parte della Curia, solo l’incuria del tempo la cancellerà lentamente. Incoraggiamo quest’artista sconosciuto ai più a proseguire il suo percorso artistico. L’Arte Sacra un tempo predominante è passata in secondo piano da oltre un secolo, attualmente ha una considerazione marginale, qui da noi è in parte ancora in uso tra i “Madonnari” delle feste patronali, o tra artisti che operano su commissione. L’arte contemporanea, spesso provocatoria, concettuale e dissacrante, ha preso il sopravvento, segno dei tempi, un ritorno alla religiosità artistica appare insolito e controcorrente. Nell’opera murale spicca la figura di Maria tracciata nei contorni, avvolta nei suoi caratteristici veli, con il panneggio color nero come fosse in lutto, addolorata, ma allo stesso tempo nel suo volto si riconosce la dolcezza materna, meraviglia dell’amore universale. Tra le mani reca lo scafo di colore rosso, il "Pietas", simbolo del Bambino tra i bambini, del sangue versato, della sofferenza, dell’amore invocato. In alto un sbuffo azzurro, una virgola, dà colore alla composizione, illumina lo sfondo, da una carezza di speranza. In basso a sinistra la firma di colore nero (tag) evidentemente falsa di Banksy. Il tutto è stato ottenuto con la tecnica dei graffiti a stencil ovvero da una matrice normografica, probabilmente usando come colori degli spray acrilici. L’insieme è semplice, quasi incorporato nella pietra leccese, bellissimo. Traspare la maternità rinnovata nell’accoglienza dei popoli, dei profughi e migranti, il sentimento di Pace per tutti, la tenerezza, il calore di una donna benedetta, la bellezza eterna di una Madre universale.             (di S.B.)