Massimo Pasca espone a Firenze, Fortezza da Basso, dal 25 aprile al 3 maggio. La mostra che prende il nome di "Tra naif e grottesco ogni tanto esco" è l'occasione giusta per catturare l'attenzione, di quanti si avventureranno nella visione della stessa, sui meccanismi di contaminazione delle arti. Massimo Pasca ha trascorso quest'ultimo periodo, lungo 8 mesi, concentrandosi essenzialmente sugli appuntamenti che gli avrebbero consentito di dipingere dal vivo. Ultimo appuntamento che lo ho visto dipingere dal vivo è stato un concerto dei Negrita dove ha potuto effettuare la sua performance sul palco durante il concerto.
Nell'ambito della mostra di Fortezza da Basso, darà prova di una sua performance il 28 aprile, dipingendo su brani di musica classica bruscamente interrotti da pause ed aforismi.

Massimo Pasca, salentino, ha studiato a Pisa, città dove vive e lavora. Dipinge dall'età di tre anni e dichiara di voler tornare ad avere sempre tre anni ogni volta che dipinge.
Come molti artisti, ha fatto del corpo un atto creativo, il gesto, in sé, è arte, portandosi appresso un certo senso, peso, del gestualismo di Pollock.
Massimo Pasca ha fatto questo. Va oltre. Dice - il corpo è il luogo preposto per l'arte, è l'ultimo rifugio dove vive l'inspiegabile - ed è essenziale questa citazione in cui il corpo si fa rifugio, mezzo e fuga da un mondo che a detta di Pasca è solo "il tempo per dormire", perché "il resto passa e lo vedi, l'arte non sente il tempo perché la senti". Qui, c'è tutta la chiave di svolta del pensiero artistico di Massimo Pasca che ha fatto del suo corpo il rifugio per la sua arte, che si fa arte nell'atto del gesto artistico che il corpo compie e, viceversa, l'arte è il rifugio per sé stesso, una soffice protezione dal mondo. Se il corpo è gesto ed è arte, se il corpo per l'arte è il rifugio, il corpo stesso la ingloba, la fa sua ed in ogni sua espressione, in ogni suo agire, sprigiona la potenza dell'arte, quell'inspiegabile che lo si può solo sentire.
Profondamente influenzato dall'arte di Keith Haring, da quel rappresentare "la strada" in un mix di ironia e arte, giocando sulla realtà ed i suoi simboli ormai radicati.

Lo space dell'artista: www.myspace.com/papamassi

Francesco Aprile