Un semplice scatto fotografico può rimanere scolpito nella memoria collettiva per sempre, il punto di vista e la sensibilità dell’autore fanno la differenza. Tra la valanga di foto dozzinali che ci circondano nel mondo dei social e altrove, avere la possibilità di vedere delle foto che catturano la vista, che regalano istanti di profondità, è un’occasione da cogliere al volo. Otranto città di arte e cultura torna ad ospitare nelle sale del Castello Aragonese un'altra grande mostra internazionale, “Altre Americhe” di Sebastiào Salgado, uno dei più importanti fotografi mondiali, dal 20 maggio al 2 novembre 2022. A cura di Lèlia Wanick Salgado, organizzata da Contrasto e promossa dal Comune di Otranto, coordinamento di Lorenzo Madaro. Esposte 65 opere in bianco e nero in tre diversi formati. Inaugurazione il 20 maggio alle ore 19.30. Da oltre un decennio le grandi mostre fanno da cornice importante alla storia di Otranto, da Mirò, Picasso, Dalì, De Chirico, McCurry (2016), Caravaggio ed i Caravaggeschi (2017), Toscani, Modigliani, Berengo Gardin, Banksy (2021), sono solo alcuni dei grandi artisti ospitati nelle sale del Castello Aragonese. La scelta della città di Otranto di puntare su un turismo culturale di ampio respiro continua a premiare la località balneare e l’antico borgo pregno di storia con il successo internazionale. *Sebastião Ribeiro Salgado nasce l’8 febbraio 1944 ad Aimorés, nello stato di Minas Gerais, in Brasile. Dopo gli studi universitari, sposa la moglie e ben presto si trasferiscono a Parigi e poi a Londra dove lavora come economista per una organizzazione internazionale per il caffè. Nel 1973 torna insieme alla moglie a Parigi per intraprendere la carriera di fotografo. Lavora prima come freelance e poi per le agenzie fotografiche Sygma, Gamma e Magnum, per creare poi insieme alla moglie Lèlia l’agenzia Amzonas Images. Sebastião viaggia molto, occupandosi prima degli indios e dei contadini dell’America Latina, quindi della carestia in Africa verso la metà degli anni Ottanta. Queste immagini confluiscono nei suoi primi libri. Tra il 1986 e il 2001 si dedica principalmente a due progetti. Prima documenta la fine della manodopera industriale su larga scala nel libro La mano dell’uomo, (Contrasto, 1994) e nelle mostre che ne accompagnano l’uscita (presentata in 7 diverse città italiane). Quindi documenta l’umanità in movimento, non solo profughi e rifugiati, ma anche i migranti verso le immense megalopoli del Terzo Mondo, in due libri di grande successo: In cammino e Ritratti di bambini in cammino. (Contrasto, 2000). Grandi mostre itineranti (a Roma alle Scuderie del Quirinale e poi a Milano all’Arengario di Palazzo Reale) accompagnano anche in questo caso l’uscita dei libri. Salgado e la moglie Lèlia hanno fondato l’Istituto Terra nello stato brasiliano di Minas Gerais nel 1998, per la salvaguardia della foresta Amazzonica. Con Genesi, progetto del 2003 presentato in tutto il mondo nel 2012, e Amazònia nel 2021 prosegue il suo importante cammino artistico-culturale.* Apertura della mostra tutti i giorni dalle ore 10.00 alle 24.00, biglietto intero 12 euro. Info: 0836.210094. Le sue suggestive immagini in bianco e nero, dense e intense, racchiudono l’essenza della sua terra. Ricordiamo che Salgado è annoverato tra i primi tre più grandi fotografi mondiali viventi, un motivo in più per andare a vedere la sua mostra “Altre Americhe”.                            (di S.B)