Domenico Modugno raccontato attraverso divertenti aneddoti, dirimenti curiosità e divagazioni autobiografiche. È un vero e proprio viaggio quello che Angelo De Matteis compie con ironia e leggerezza in Io, Domenico e me, un mémoire edito da Kurumuny per la collana Traversamenti, esordio letterario del formatore, autore e attore teatrale e cinematografico salentino. Un libro che per la prima volta racconta il punto di vista di un compaesano del celebre «Mister Volare». «Prima di iniziare questo lavoro non ero al corrente di tutti questi dettagli, ma già da piccolo ero cosciente del fatto che Domenico Modugno fosse un mio compaesano – scrive l’autore -. Mi sembrava del tutto normale, come se ogni paese avesse diritto a un suo cantante o personaggio famoso. Se a Cellino San Marco, a poco più di un chilometro, avevano Albano Carrisi, che si chiamava Albano perché il padre era stato in guerra in Albania, noi a San Pietro c’avevamo Modugno». L’«indagine» di De Matteis ha lo scopo dichiarato di affermare una volta per tutte una verità a lungo sopita, se non mistificata. Con garbo De Matteis accompagna il lettore in una San Pietro Vernotico del recente passato, facendo incontrare personaggi e situazioni appartenenti a un mondo ormai per lo più scomparso, ma che rivivono in un racconto vivido e immediato. Da compaesano finalmente orgoglioso di Domenico Modugno, l’autore presenta particolari curiosi spesso poco noti degli anni giovanili del grande cantautore pugliese, che si incrociano con le storie di personaggi dell’epoca. Il volume non è, però, solo una celebrazione di Modugno e una rivendicazione delle sue radici. Emerge nell’io narrante la necessità di riflettere sul rapporto con le proprie origini, spesso disconosciute. Il racconto degli inizi del celebre sanpietrano si intreccia, così, con aspetti autobiografici e di costume, inducendo l’autore a una vera e propria resa dei conti col passato. Come per dire che prendersi il tempo di capire per bene come sono andate le cose a volte fa bene anche a sé stessi. Godibile nella lettura grazie anche alle numerose digressioni, Io, Domenico e me trasporta il lettore in un periodo che va dall’immediato Dopoguerra a oggi, con un approccio allegro e divertito che strizza l’occhio a una sorta di indagine sociologica. Dal libro: «Tornato a casa, mentre era sulla sdraio in giardino a godersi il tramonto, ebbe un malore. Erano le 20:15 del 6 agosto 1994. Aveva 66 anni. Io ne avevo 11 e nella memoria non ho traccia di quell’evento. Era l’estate di USA 94, di Roberto Baggio, delle passeggiate serali sul lungomare senza nome cementate dal mano-nella-mano con la fidanzatina, i baci a stampo, le partite infinite alla tedesca con le rovesciate sulla spiaggia e gli inseguimenti tra finanza e contrabbandieri che scaricavano scatoloni di Merit, Chesterfield, Marlboro Light e Marlboro rosse due-tre volte al giorno al porticciolo di fronte casa. Non ricordo neanche quando e come sono venuto a sapere della dipartita del mio illustre compaesano». Angelo De Matteis, classe 1983, originario della provincia di Brindisi, ha vissuto in diverse città in Italia e all’estero prima di rieleggere il Sud come propria casa. Si occupa di narrazione e arti performative. È autore teatrale e attore. Ha collaborato con i principali teatri stabili nazionali e con la JoleFilm di Marco Paolini. Al cinema è stato diretto dal regista Marco Ponti.