Roma - Lecce 2-1. Il cuore non basta.
Un'espulsione discutibile ed un rigore assai generoso consentono alla Roma di battere un Lecce molto volitivo e ben messo in campo, nonostante l'uomo (e che uomo, trattandosi di Capitan Hjulmand) in meno per più di un'ora di gioco.
Infatti, se è vero che il gol di Smalling nei primi minuti di gara ha messo in discesa la partita della Roma, è altrettanto innegabile che la discutibile espulsione del capitano del Lecce, comminata dal Var dopo che a velocità naturale lo scontro con Belotti era stato (correttamente a nostro parere) giudicato semplice scontro di gioco dall'arbitro Prontera, abbia reso in ripidissima salita quella del Lecce.
Tuttavia, la formazione di mister Baroni ha avuto il merito di non disunirsi e di ribattere colpo su colpo, andando a trovare il pareggio con Strefezza.
Peccato che nella ripresa, ancora una volta ad inizio gara, lo stesso Prontera conceda un generoso rigore ai capitolini, realizzato da Dybala (che si infortuna calciandolo) e di fatto mette la Roma in carrozza, forte di un gol e di un uomo in più.
Eppure, complice il solito Falcone in versione "Saracinesca", la Roma non sfonda ed in più di un'occasione il Lecce dà l'impressione di poter raddrizzare la gara.
Peccato, il cuore non è bastato, ma ancora una volta i salentini mostrano di non essere in A per caso e che per vincere, gli avversari se la devono sudare. Certo, se qualche volta il Var non andasse contro... Magari...