Franco Simone in concerto lunedì 19 dicembre (ore 20.30) al teatro Apollo di Lecce per una serata organizzata dall’associazione «Sanità che cambia» intitolata al dottor Giancarlo Metrangolo. L’iniziativa, denominata «Natale cu lli toi», è stata pensata per trascorre un po' di tempo in maniera lieta e in comunione, all'insegna della gioia e a testimonianza del volersi bene. Il tutto dopo la bufera del Covid che, sebbene ora faccia meno paura, mantiene ancora vivo il ricordo del sacrificio di tanti medici, alcuni dei quali hanno anche perso la vita durante l’emergenza. Ed è per questo che l’associazione «Sanità che cambia – Giancarlo Metrangolo» ha voluto creare un'occasione per far riabbracciare i medici fra loro e la popolazione che insieme alle istituzioni e alle organizzazioni sindacali possano dare vita al sistema sanità. Il concerto sarà preceduto da una ouverture eseguita dal gruppo «Imperfetto prossimo». Nel corso della serata saranno premiate alcune eccellenze salentine e riproposto il brano «Tubolenta marea» cantata da Gianfranco Villanova, con il quale la Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) provinciale di Lecce è stata insignita del prestigioso premio nazionale Mario Boni nel corso del 79esimo congresso nazionale del sindacato tenutosi nell’ottobre scorso a Villasimius in Sardegna. Il testo, scritto per i medici che sono morti durante l’emergenza Covid, nasce dalla sofferenza vissuta nell’esercizio della professione quando si era tutti intenti ad affrontare un nemico invisibile, oscuro e con una evoluzione dai contorni incerti. Nella mente sono ancora presenti le lunghe file presso gli ambulatori medici ed i centri hub della Asl per la somministrazione dei vaccini, mentre le immagini televisive testimoniavano le file di camion militari che trasportavano le bare delle vittime nella prima fase pandemica. «Siamo stati costretti all’isolamento - dice il dottor Gino Peccarisi, presidente della associazione “Sanità che cambia” – chiusi nelle stanze a ripensare un sistema sanitario in crisi, già frammentato dalle voglie di regionalismi differenziati mentre cresceva la consapevolezza di come fosse indispensabile un’unica regia, quella dello Stato, per far fronte alle calamità naturali. Ricordo la mascherina chirurgica riutilizzata nel corso dei giorni e, dopo la rottura del sostegno metallico il tentativo di tenerlo in sede con intrecci di cotone assicurato con un ago. Ad oggi – prosegue il dottor Peccarisi – sono 378, fra medici e odontoiatri, coloro che hanno immolato la vita per far fede al giuramento di Ippocrate. Il primo, Roberto Stella, responsabile dell’area di formazione della FNOMCeO e presidente dell’OMCeO di Varese. Quella “stella” ora brilla nel cielo ed è la stella cui la canzone fa riferimento. L’incontro con Gianfranco Villanova è stato occasionale. Ha saputo cogliere la voglia di esternare uno stato di inquietudine che accompagnava il nostro lavoro in trincea nel turbinio di una “Turbolenta marea” che dà il titolo alla canzone».