Un inno alla vita e alle storie che rendono innocenti, vergini e spiriti liberi. Luisa Ruggio torna in libreria rompendo un silenzio di otto anni (tanti ne sono passati dall’uscita di Notturno) con Le confidenze (Besa Muci), un romanzo - il quinto dell’autrice per l’esattezza - che racconta una sensualità che diventa scuola e disciplina. «C’è un paesaggio e almeno una persona al mondo in grado di entrare in reazione con le favole che abbiamo scelto presto nella vita e che esprimono la nostra vera cittadinanza – si legge nel libro -. Chi è tanto fortunato da trovarli, sebbene scopra che presto o tardi dovrà restituirli, è condannato ad una grazia senza scampo: è arrivato a casa». Protagonista di questa nuova storia è Violante, che all’alba del suo sedicesimo compleanno scopre che i suoi genitori sono misteriosamente scomparsi. Condannata a sopravvivere in un paese delle meraviglie incrinate, impara l’arte di dissimulare la propria orfanità dando vita a una instancabile indagine in cui indizi e ricordi si sovrappongono. Inizia così, nell’Italia degli anni Novanta, l’invenzione di un padre romantico e catastrofico, Gatsby, e di una madre infedele, la Puttanesca. Sola al mondo, Violante trova lavoro e rifugio in una tenuta dal fascino singolare, Matrico, che la porterà ad addentrarsi nella memoria del vecchio padrone di casa, nei giochi d’azzardo gestiti da sua figlia Ornella, nella scoperta dell’erotismo e in altre favolose perdizioni. A Matrico, Violante incontrerà Theo e Nieve, due adolescenti enigmatici e affascinanti, che la inizieranno al piacere del reato puro, fottere il tempo, nonché alla sua unica legge: l’amore. Luisa Ruggio, classe 1978, ha pubblicato con Besa il pluripremiato Afra (2006), La nuca (2008), la raccolta di racconti brevi Senza Storie (2009, Menzione Speciale Premio Bodini), Teresa Manara (2014), Notturno (2015), Un poco di grazia e altri racconti (2016). Nel 2017 ha fondato il Collettivo Rosa dei Venti nella sezione maschile del carcere di Lecce e prodotto fino al 2019 il Laboratorio stabile di scrittura e lettura «Mondo Scritto», nella biblioteca dell’istituto penitenziario, dove sono nati Quattro Studi presentati alla società civile nello stesso teatro di Borgo San Nicola: Corpo Scritto (2017), Mittente/Destinatario (2017), Vide Cor Meum (2018) e 123: La Bella e la Bestia (2019). Negli stessi anni ha prodotto nel teatro del carcere l’installazione Madonne e Maddalene e il Festival Invisibile che ha ospitato in forma di residenza artistica e workshop intramurari gli artisti che hanno voluto donare lezioni e campus estivi alle persone private della libertà. Dal 2018 ha fondato la Casa della Scrittura e insegna scrittura creativa alle persone con disabilità, dirige il gruppo di ricerca stabile «Pescatori di ombre» osservatorio permanente nel Teatrino CPDA a Monteroni di Lecce dedicato alle arti espresse da persone con disabilità fisica e psichica. Durante e dopo la pandemia, ha fondato il Collettivo Rarefatti (2020) dedicato agli adolescenti dei quartieri popolari della provincia leccese e alle scritture nate nelle stanze dei confinamenti domestici in fase di gestione dell’emergenza covid, da cui è nato lo Studio «Ovìrùsss» presentato al pubblico nel 2022 e un’antologia di scritti corsari in fase di stesura. Firma la rubrica narrativa Punti di Vista per la Gazzetta del Mezzogiorno.