Si può osservare la città e il suo cambiamento dall’oblò di una lavatrice ad acqua? È quello che fa Filippo Maria Cariglia, nei sette racconti che compongono «Memorie di una lavanderia ad acqua» edito da Musicaos Editore, nei quali è narrata l’evoluzione recente di un quartiere della città di Lecce, con la realtà dei personaggi che lo popolano, le loro vite e le storie che ne costituiscono la materia mutevole. Piccole ossessioni si trasformano in giri verbali che fanno prendere il largo e dispiegano un mondo in cui il lettore impara a muoversi apprendendo un codice, prendendo dimestichezza con le abitudini dei clienti della lavanderia, che condividono strade e luoghi del quartiere che cambia. La lavanderia è un luogo che plasma e allo stesso tempo viene plasmato dagli incontri, è un caleidoscopio di caratteri, tra amici “di spessore”, semplici avventori, coppie che si giurano amore eterno e “santi” che non sono quello che sembrano, tutti provenienti da ogni parte del mondo e appartenenti a ogni ceto sociale. Così la lavanderia in alcuni momenti somiglia a un porto, in altri è un rifugio. Un luogo da cui spiccare il volo o un posto dove nascondersi per leccare le proprie ferite, un punto di partenza per nuovi propositi, tra un lavaggio e una stiratura acrobatica, il tutto nel ritmo ciclico delle macchine lavatrici. Filippo «Pippo» Cariglia è un regista, fotografo, produttore e imprenditore salentino. Il suo nome è legato da quasi 20 anni a Jefferson Lavanderia, luogo di ispirazione di molti suoi progetti artistici e realtà culturale della città di Lecce, di cui è il proprietario assieme al fratello Andrea. Ha studiato fotografia analogica e sceneggiatura a Roma. Collabora su diversi set cinematografici a basso costo, e nel 2010 partecipa alla scrittura e alla co-regia del film «L’Altra Città», prodotto indipendente che racconta le vicende di alcuni immigrati che partecipano ad un torneo antirazzista in un ex ospedale psichiatrico. Si interessa al tema della gentrificazione del quartiere San Pio di Lecce e si impegna nella gestione della sua lavanderia, che diventa fonte di ispirazione per questo libro.