Storie di amori, di proteste e di riscatti in una terra arsa tanto dal pregiudizio quanto dal sole in estate. È proprio in questa stagione, quella che un tempo per gli uomini e le donne della terra del sud Salento coincideva con la raccolta del tabacco e dei pomodori, che prende le mosse La portalettere, il romanzo di Francesca Giannone edito da Nord, un omaggio che la giovane autrice ha voluto tributare alla sua cittadina d’origine, Lizzanello, ma soprattutto alla sua bisnonna, dopo aver rinvenuto il suo biglietto da visita con su scritto, semplicemente: Anna Allavena – Portalettere. Una laurea in Scienze della Comunicazione e la passione per la pittura, Francesca Giannone ha studiato cinema al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, ha curato la catalogazione dei trentamila volumi della Associazione Luigi Bernardi e ha frequentato il corso biennale di scrittura della Bottega di Narrazione «Finzioni». Siamo a Lizzanello, un paesino di poche migliaia di anime a sud di Lecce. È una mattina del giugno 1934 quando una corriera si ferma nella piazza principale. Ne scende una coppia: lui, Carlo, è un figlio del Sud, ed è felice di essere tornato a casa; lei, Anna, sua moglie, è bella come una statua greca, ma triste e preoccupata: quale vita la attende in quella terra sconosciuta? Anna arriva subito con il «marchio» de «la forestiera», che si porterà addosso per trent’anni. Anna rimarrà per tutti quella venuta dal Nord, quella «diversa», che non va in chiesa, che dice sempre quello che pensa, che prende il caffè corretto alla grappa nel bar del paese. Fiera e spigolosa, non si piegherà mai alle leggi non scritte che imprigionano le donne del Sud. Ci riuscirà anche grazie all’amore che la lega al marito, un amore la cui forza sarà dolorosamente chiara al fratello maggiore di Carlo, Antonio, che si è innamorato di Anna nell’istante in cui l’ha vista. Poi, nel 1935, Anna fa qualcosa di davvero rivoluzionario: si presenta a un concorso delle Poste, lo vince e diventa la prima portalettere di Lizzanello. La notizia fa storcere il naso alle donne e suscita risatine di scherno negli uomini. «Non durerà», maligna qualcuno. E invece, per oltre vent’anni, Anna diventerà il filo invisibile che unisce gli abitanti del paese. Prima a piedi e poi in bicicletta, consegnerà le lettere dei ragazzi al fronte, le cartoline degli emigranti, le missive degli amanti segreti. Senza volerlo – ma soprattutto senza che il paese lo voglia – la portalettere cambierà molte cose, a Lizzanello. Quella di Anna è la storia di una donna che ha voluto vivere la propria vita senza condizionamenti, ma è anche la storia della famiglia Greco e di Lizzanello, dagli anni ’30 fino agli anni ’50, passando per una guerra mondiale e per le istanze femministe. Ed è la storia di due fratelli inseparabili, destinati ad amare la stessa donna. L’amore, dunque, protagonista occulto che diviene una sorta di leitmotiv in questa storia, un filo rosso che unisce i personaggi, un burattinaio che tira i fili delle loro vite e ne stabilisce le sorti. Sono amori impossibili, celati, urlati quelli vissuti dai personaggi e che l’autrice narra con una eccezionale capacità descrittiva, «disegnando» per ognuno di loro quegli stati d’animo che ne tormentano le esistenze. Si muovono in una Lizzanello ben descritta e inquadrata storicamente seppure «ridisegnata» dall’autrice prendendo spunto da altri luoghi del Sud Salento rimasti particolarmente impressi nelle sue suggestioni. Storia densa di pregiudizi, in una terra dove l’uomo deve fare «lavori da uomo» e le donne altrettanto, e così se Anna non può fare la portalettere così a Daniele vengono tarpate le ali del suo sogno di diventare sarto per signora. E c’è Giovanna, la cui fragilità per la gente è semplicemente pazzia. E poi Melina, dispensatrice di effimeri piaceri amorosi. Sono tutti protagonisti in questo romanzo corale che riserva inaspettati colpi di scena e dove anche i luoghi rivestono il proprio ruolo. E poi il finale, delicatissimo: l’ultimo saluto di Anna, che arriva col sole e si congeda in silenzio. Come un refolo di vento.