Si rialza idealmente quel sipario che per un ventennio ha dischiuso sogni, musica e ideologie. Loredana Ruffilli torna in libreria, questa volta parlando della più attesa trasmissione della storia. Si chiama Comincia Carosello! Storia di Gino in bianco e nero il suo nuovo libro edito da Edizioni Esperidi, un romanzo il cui protagonista è un ragazzino, Gino, che attraversa con le sue storie gli anni ’60 e ’70 del 1900. Ma è anche un saggio in cui è descritta la storia della televisione negli anni di Carosello. Scrive l’autrice: «Il programma Chissà chi lo sa, andava in onda il sabato pomeriggio, e Febo Conti, con la sua cartellina in mano, sul cui dorso campeggiava un grande punto interrogativo, iniziava annunciando “Squillino le trombe, entrino le squadre”, una frase improvvisata ma che divenne subito il simbolo della trasmissione. Quel presentatore è stato per i ragazzi della mia generazione un secondo professore; tutti noi scolari guardavamo il programma e un po’ tutti sognavamo di andarci, e tutti studiavamo per il gusto di studiare e di immaginare che la nostra classe potesse un giorno andare in tv. E che ospiti c’erano, per noi tredicenni di allora: Giorgio Strehler, Indro Montanelli, Salvatore Quasimodo! […] Era una televisione onesta, che ha educato tanti italiani. […] Noi, seduti davanti ad un televisore piazzato sulle lunghe gambe di un carrello, pane e formaggino in mano, felici con poco, felici di tanto. Altri sapori, un’altra velocità di vivere, odore di bucato steso al sole, camicie bianche, la Vespa, il juke-box. La nostalgia è una brutta bestia, perché addolcendo nei ricordi il passato, lo cosparge di zucchero a velo e permette di lasciarci alle spalle tutto ciò che è negativo. […] La malattia della nostra epoca è la perdita di fiducia, ecco perché scrivere di quel tempo, ricordare quei giorni in cui i nostri sogni erano ancora intatti, serve a scacciare un pessimismo che ci impedisce di cogliere la complessità della realtà, fatta delle sue infinite cose, piccole e grandi, tutte irripetibili; cose che saranno, domani, la nostra nostalgia, per augurare, ai bambini e ai ragazzi di oggi di ritrovare la stessa speranza che avevamo noi allora, e per aiutarli a sapere sempre riconoscere, in qualsiasi circostanza, la straordinaria bellezza del vivere». Loredana Ruffilli (Squinzano 1961), ha pubblicato Double-face: l’apparenza inganna (2005) e La cura dell’attimo (2007) per Publigrafic; Come lei mi insegna (2011), Una famiglia di sabbia (2015) e Ciao topolino (2018) per Lupo Editore. Per Edizioni Esperidi ha pubblicato i romanzi D’aria (2020) e La via dei piccoli orrori (2021). Insegnante di lingua francese, curatrice di spettacoli musicali e appassionata di canto, in ogni suo libro Ruffilli conferma la sua penna indipendente e ironica narrando storie avvincenti e tratteggiando personaggi intensi e originali.