Brilla (è proprio il caso di dirlo) la «stella» di Nicoletta Manni. La trentaduenne danzatrice originaria di Santa Barbara, la frazione di Galatina, è la nuova étoile del Teatro alla Scala di Milano. La nomina a quello che è il grado più alto nel mondo della danza, è arrivata direttamente sul palcoscenico del tempio della lirica e del balletto, lo scorso 8 novembre, alla fine di una recita di Onegin, balletto di John Cranko. A proclamarlo è stato il sovrintendente della Scala Dominique Meyer, che ha esordito dicendo: «Signore e signori, scusate se interrompo gli applausi. Faccio tanti complimenti a Nicoletta Manni, ballerina speciale, fantastica. Quando una ballerina brilla così fra le stelle da anni, si possono cambiare le regole e quindi su proposta di Manuel Legris ho il piacere di dare a Nicoletta il titolo di étoile». Nicoletta Manni dal 2014 è prima ballerina del Teatro alla Scala, e nel 2015 riceve una candidatura al «Prix Benois de la Danse» per Le jeune Homme et la mort di Roland Petitt. La giovane danzatrice è approdata alla Scuola di Ballo della Scala quando aveva solo 12 anni, incoraggiata anche dalla mamma, che ha una scuola di danza, e che ha sempre creduto nel talento innato della figlia. Dopo l’ammissione all'Accademia del Teatro alla Scala, tante altre importanti tappe hanno segnato la sua carriera: l'esperienza allo Staatsballett di Berlino, la collaborazione con Carla Fracci e Alessandra Ferri, l'amicizia con Roberto Bolle, l'altra étoile della Scala, la complicità con il collega Timofej Andrijashenko che ha sposato la scorsa estate. Un talento eccezionale quello che accompagna Nicoletta Manni, dotata di grazie, tecnica perfetta e versatilità che la portano ad interpretare una varietà di ruoli principali in importanti produzioni classiche e contemporanee, come Il lago dei cigni, Lo Schiaccianoci, La bella addormentata nel bosco e Giselle. Nicoletta Manni ha appena dato alle stampe il suo libro dal titolo La gioia di danzare (Garzanti). Un orgoglio per l’Italia e per il Salento in particolare, che non può che plaudire ed essere fiero di questa sua eccellenza nel mondo.