Al “Via del Mare” è attesa la capolista Inter, come di consueto ci sarà il pienone per le grandi occasioni. I nerazzurri nel 2024 hanno vinto le sei partite di campionato, sono lanciatissimi verso lo scudetto, pronti ad appuntarsi la seconda stella sul petto. Compagine fortissima, organizzata, che propone con mister Inzaghi un calcio moderno, totale, con il miglior attacco e la miglior difesa del torneo, insomma una vera corazzata. Sappiamo che il Lecce si esalta con le grandi, che concedono spazi e favoriscono il gioco di rimessa dei giallorossi, nessun timore reverenziale, dunque, affrontiamo a viso aperto i nerazzurri, proviamo a stoppare la corsa dell’Inter, strappare un pareggio sarebbe auspicabile per poi preparare bene i prossimi tre scontri diretti con Frosinone, Verona e Salernitana.

Forse non decideranno la stagione prima del rush finale, ma certamente ci daranno delle indicazioni più precise sulle reali possibilità di permanenza in serie A del Lecce. Qui si gioca la partita, mister D’Aversa deve escogitare qualcosa per ritrovare smalto, tensione agonista e concretezza tra i suoi ragazzi. Bisognerà sostituire lo squalificato Pongracic, anche Dorgu, e non sappiamo ancora se Banda riuscirà a rientrare. Già con il Torino abbiamo visto in campo una formazione inedita, con Dorgu, Blin e Piccoli titolari, con Oudin da esterno destro in avanti. La buona partenza del Lecce, l’occasione di Piccoli, ci avevano fatto ben sperare. Purtroppo, non è andata bene.

Il Torino sornione non affonda i colpi, attende, per poi colpire nella ripresa con il diagonale di Bellanova al 50’ e raddoppiare all’81’ con il ritrovato Zapata, attaccante in grado di fare reparto da solo. Nel mezzo l’ingenua espulsione di Pongracic. Nel complesso partita senza sussulti, la battaglia non c’è stata, il Lecce non punge e il Toro di Juric capitalizza senza affanni. Non era facile affrontare una delle miglior difese del torneo, il Lecce ci ha provato, ma nelle ultime due sconfitte è apparso piuttosto scarico, privo di quella tensione agonistica che in certi frangenti ha saputo tirare fuori e salvare le partite. Ci sta, capita a tutte le squadre nell’arco della lunga stagione un periodo negativo, l’importante è uscirne in tempo. Le alternative nel club ci sono, il modulo (4-3-3) potrebbe variare all’occorrenza, per non dare sempre gli stessi punti di riferimento agli avversari, un 4-2-3-1 ad esempio potrebbe essere più incisivo in zona gol.

Una maggiore visione di gioco sarebbe auspicabile, qualche lancio dalla distanza, maggior movimento senza palla, vedere l’azione prima del passaggio, non puntare tutto sulla rapidità delle fasce e qualche sovrapposizione. Triangolazioni e tiri dalla distanza dovrebbero essere il pane quotidiano. A questo punto, viviamo alla giornata, gara dopo gara, diamo peso ad ogni partita, con l’atteggiamento giusto, salviamoci vincendo qualche partita e non per demerito delle altre. C’è bisogno di quegli undici leoni giallorossi in campo. La quota salvezza non è molto distante, ci si salva a 40-41 punti in serie A, ma quest’anno è prevedibile salvarsi già con 35-36 punti, al Lecce ne mancherebbero 11 o 12. Sono ovviamente tanti per una squadra che si deve salvare, ma potrebbero essere anche pochi se i giallorossi vincessero almeno tre partite. Fermo restando che nel calcio può sempre accadere di tutto. 

Stefano Bonatesta