Che ogni castello abbia un «proprio» fantasma, si sa. E se non ce l’ha, ci pensa la fantasia popolare e crearne uno per aumentare il fascino e il mistero dell’antico maniero. A raccontare gli ectoplasmi del castello di Ascoli Satriano, in provincia di Foggia, ci pensa Gianmichele Cautillo con il suo libro Strane voci al castello, edito da Musicaos Editore e da poco sugli scaffali delle librerie e negli store online. Delle misteriose urla provengono di notte dall’interno del castello del piccolo paesino dauno, che è in corso di restauro. Potito Scaldatelli e il suo amico Orlando, dopo aver assistito a un’intervista del sindaco del luogo nella quale fa riferimento a eventi storici del quattordicesimo secolo, si insospettiscono e decidono di indagare. Potito da bambino ha abitato nel castello e ne conosce i recessi, Orlando non è intrepido come il suo amico, forse, ma è altrettanto determinato. In passato il castello ospitava anche un vero e proprio carcere, gli ospiti del quale dicevano di sentire spesso strani rumori notturni. Così gli avvenimenti di oggi si mescolano, nel racconto, a quelli del passato, coinvolgendo grandi nomi della storia, da re Luigi d’Ungheria a santa Caterina da Siena, la teologa, filosofa e mistica originaria del rione Fontebranda a Siena fino a Nicholas Flamel, scienziato e alchimista, percorrendo l’Europa, sino ad Ascoli Satriano, dove la vicenda troverà compimento, coinvolgendo forze naturali e sovrannaturali, tenendo il lettore col fiato sospeso e stimolandone la curiosità con le notizie storiche relative alle vicende del borgo e alle sue tradizioni, -«allargando» il campo d’interesse alla Puglia. La storia si dipana attraverso una felice scelta di un doppio binario narrativo che spesso sembra collocare il protagonista-narratore in un’altrettanto doppia realtà sospesa tra passato storico e presente vissuto e raccontato. Una scelta che snellisce e rende piacevole la lettura della parte prettamente storica e accattivante quella dell’oggi narrato. Un genere certamente lontano dal gotico, quello di Strane voci al castello, che lambisce l’horror e si avvicina al fantasy, giungendo l’autore ad un buon compromesso tra storia e fantasia. Insomma, un originale stile che lega alle pagine per tutto il tempo della lettura, che si presenta gradevole grazie ad uno stile immediato e scorrevole sin dalle prime righe, comprese quelle in cui l’autore dimostra la sua conoscenza storica senza cadere nella trappola dell’accademismo. Gianmichele Cautillo nasce nel 1983 nel rione Castello di Ascoli Satriano, lo stesso castello protagonista del romanzo, prima di trasferirsi a Roma e innamorarsi degli studi umanistici che lo hanno persuaso a pubblicare i suoi primi due libri: Gli esami di Eduardo (Il Calamaio editore) e Il verbo (Centro Culturale Polivalente). Ma è nel Salento che raccoglie la pietra dell’eterno amore. Oggi Gianmichele è professore in una scuola secondaria della capitale. Strane voci al castello è il suo primo romanzo.