Una pietra d’inciampo per ogni cittadino che non fece più ritorno in patria. Novoli rende omaggio a tutti i novolesi che, chiamati ad imbracciare le armi nel corso del secondo conflitto mondiale, non fecero più ritorno nel loro paese natio, perché dispersi o condotti a morte nei campi di concentramento. Lo farà venerdì 22 marzo alle ore 18 al teatro Comunale con la cerimonia dal titolo «Mosaico della memoria», cui prenderà parte una rappresentanza di familiari dei novolesi che saranno ricordati alla presenza delle autorità civili e militari. Ai saluti del sindaco Marco De Luca e dell’assessore Roberta Romano seguirà un breve momento di condivisione e riflessione con il consigliere Sandro Ruggio, che insieme all’assessore Romano ha incoraggiato questa iniziativa, e l’intervento del professor Attilio Pisanò, docente di Filosofia del Diritto all’Università del Salento e della dirigente scolastica, Elisabetta Dell’Atti. Nel corso della manifestazione, presentata da Antonio Soleti, direttore responsabile della testata giornalistica Paisemiu.com, sono previsti anche gli interventi musicali del coro scolastico «Diapason» diretto dal maestro Simonetta Miglietta Sozzo e la lettura di alcuni monologhi e testimonianze a cura del Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze del Comune di Novoli. La cerimonia di posa della prima delle sei pietre d'inciampo, frutto della mente dell’artista berlinese Gunter Demnig, si terrà invece sabato 23 marzo, dopo un breve momento di riflessione in Piazza Stazione, in prossimità del monumento ai Caduti di tutte le Guerre, alla presenza delle autorità civili e religiose, insieme ad una rappresentanza degli alunni dell’Istituto Comprensivo novolese. Le altre nove pietre saranno fissate in un percorso che si snoderà in diversi punti del paese, nei giorni successivi. «Le installazioni delle Pietre d’Inciampo sono un segno concreto e tangibile ma discreto che intreccia il passato e il presente della nostra comunità – dichiara il primo cittadino Marco De Luca - con il fine di preservare la nostra memoria e tramandarla alle future generazioni». «È un dovere morale per noi amministratori ricordare nostri concittadini che hanno perso la vita nei campi di concentramento o durante la deportazione - dichiara il consigliere Sandro Ruggio -. Erano ragazzi giovanissimi strappati alle famiglie e a tutta la comunità. Oggi è sempre più difficile trovare testimonianze dirette di sopravvissuti. Per questa ragione abbiamo deciso di partecipare al progetto, un monumento diffuso Internazionale, affinché sia tangibile sul territorio comunale una testimonianza fisica condivisa. Il fine delle installazioni è attivare la coscienza di chi ci passa accanto, interrogarci sul perché ciò sia avvenuto, e soprattutto evidenziare che non basta ricordare i soprusi subiti dal nazismo solo nella Giornata della Memoria, ma durante tutto l’anno».