Quando una passione si trasforma in un lavoro innovativo e nel proprio futuro. Quello di Andrea Sambati passa attraverso l’informatica, materia che lo ha da sempre appassionato, e che da Caprarica di Lecce, suo paese natale, lo ha portato sino a San Francisco, dove ha fondato la Memento. La sua particolarità? I «giocattoli educativi», ovvero come applicare l’intelligenza artificiale ai giocattoli, mantenendo salde le radici con il gioco tradizionale.

 Andrea, cosa sono i tuoi “giocattoli educativi”?

«L’azienda che ho fondato e che dirigo in qualità di amministratore unico è specializzata nella creazione, produzione e commercializzazione di giocattoli educativi. Educativi perché incoraggiano l’attività fisica, migliorano la coordinazione ed esercitano la memoria e la matematica. Altri promuovono la manualità e la creatività. Inoltre, questi prodotti non solo offrono un intrattenimento sano ed educativo ma favoriscono il gioco di gruppo e la socializzazione senza l’utilizzo di smartphone o di altri schermi. Il mercato testimonia che questo approccio al gioco educativo si è rivelato efficace per Memento: siamo infatti presenti in oltre 28 nazioni nel mondo con oltre due milioni e mezzo di confezioni vendute e più di cento milioni di visualizzazioni sui principali social network internazionali».

 Tu sei un appassionato di informatica: quanto questa deve sconfinare nel gioco e come, nelle tue creazioni, riesci a bilanciare reale a irreale?

«L’informatica in Memento non è una semplice passione ma rappresenta il cuore pulsante della nostra innovazione. La nostra dedizione all’Information Technology si manifesta attraverso l’implementazione di tecnologie avanzate quali il deep learning e la realtà virtuale. È fondamentale precisare che nonostante il nostro profondo impegno nell’ambito tecnologico il nostro fine ultimo resta comunque quello di creare esperienze di gioco che arricchiscano la vita reale dei bambini ed il gioco tradizionale. Quindi, i bambini giocano con i prodotti di Memento senza utilizzare alcuno schermo. Le nostre attività di ricerca e sviluppo si sono orientate verso lo sviluppo di sistemi che consentono di analizzare i dati di mercato con una precisione ed una profondità senza precedenti, grazie all’utilizzo di Big Data e del Machine Learning, quindi dell’intelligenza artificiale. Riusciamo quindi a capire che tipologia di prodotti sviluppare e come promuoverli analizzando milioni e milioni di dati. Questo è molto importante considerando che noi lavoriamo con 3/4 anni di anticipo. In questi mesi, ad esempio, stiamo lavorando a dei prodotti che potrebbero essere commercializzati nel 2027. Abbiamo investito talmente tanto nello sviluppo di strumenti digitali che abbiamo potuto applicare le nostre tecnologie ad altri ambiti industriali totalmente differenti da quello del giocattolo. Ad esempio, abbiamo sviluppato un simulatore in realtà virtuale per Leonardo Finmeccanica, che attualmente è utilizzato per l’addestramento delle unità di fanteria dell’Esercito Italiano. L’essenza della nostra filosofia risiede nel creare un ponte tra il gioco fisico e le opportunità offerte dall’informatica, utilizzando quest’ultima solo come un mezzo per arricchire l’esperienza ludica senza distogliere l’attenzione dal mondo reale e dal gioco tradizionale. Quindi, gioco tradizionale, nella vita reale, educativo, che stimola il movimento, la creatività ma che grazie all’informatica permette di evolvere la fase di gioco. Uno degli ambiti più promettenti su cui stiamo lavorando è l’analisi dei dati generati dai bambini durante le fasi di gioco. L’obiettivo è quello di tracciare la crescita individuale e di identificare precocemente eventuali difficoltà di apprendimento. Questo approccio ibrido tra gioco tradizionale e supporto digitale posiziona Memento all’avanguardia dell’innovazione nel settore dei giocattoli educativi. Quindi, ben venga la tecnologia ma non bisogna mai perdere di vista l’importanza del gioco fisico e dell’interazione umana».

 Da Caprarica a San Francisco: come è stato questo cammino?

«Il mio percorso da Caprarica a San Francisco è stata una vera e propria odissea professionale, impreziosita poi da un’ampia gamma di esperienze che hanno plasmato il destino di Memento, in un settore tanto competitivo quanto in rapida espansione: quello dei giocattoli e del gioco, appunto. Il viaggio ha avuto inizio nella piccolissima e bellissima Caprarica di Lecce, dove la mia passione e i mei studi nel campo dell’informatica si sono intrecciati con il mondo dei giocattoli, grazie all’influenza che ha avuto su di me una piccola attività di famiglia, un negozio in cui si vendono anche dei giocattoli. La decisione di unire questi due mondi ha dato vita ad un team di creativi e di tecnici che ho formato e che ha iniziato a lavorare nella mia Caprarica. Ho quindi lavorato ad una serie di idee e di prodotti che ho poi trasformato in prototipi. Questi hanno catturato fin da subito l’attenzione di figure di spicco nel settore dei giocattoli. Una delle prime esperienze significative per me è stato l’incontro con Enrico Preziosi, presidente di Giochi Preziosi, che mi ha permesso di prendere parte ad un ambizioso progetto, cioè App Factory, azienda creata da suo figlio Fabrizio, che era orientata all’applicazione delle nuove tecnologie al mondo dei giocattoli. E qui la mia propensione per l’innovazione, per la tecnologia e la mia anima creativa hanno trovato terreno fertile. Qui ho contribuito allo sviluppo di prodotti rivoluzionari, come i Cupets e alla creazione di sistemi di realtà aumentata per il famoso brand Gormiti. Inoltre, questo è stato il mio primo incontro con la produzione di massa in Cina, dove sono stato per coordinare alcune attività di sviluppo e produzione per il gruppo. Successivamente la mia carriera ha preso una svolta decisiva quando sono stato invitato a ricoprire il ruolo di direttore delle attività di ricerca e sviluppo presso Grandi Giochi, un diretto competitor di Giochi Preziosi. Questa esperienza manageriale mi ha consentito di estendere ulteriormente le mie competenze, occupandomi di numerosissime attività, dall’analisi di mercato al marketing ma soprattutto allo sviluppo di nuovi prodotti. Sono stati tanti i prodotti e i brand ai quali ho lavorato e ho contribuito. Queste esperienze sono state fondamentali nel mio percorso professionale, ma è stata la fondazione di Memento, la mia attuale azienda, a segnare la vera svolta. All’inizio abbiamo incontrato tantissime difficoltà, compresi i limitati capitali iniziali e la mancanza totale di supporto da parte delle fabbriche orientali. Fabbriche che non volevano bloccare le loro attività per lavorare sui nostri prodotti. Praticamente, non vedevano un futuro solido in Memento e quindi abbiamo dovuto perseverare. Abbiamo utilizzato ogni opportunità per presentare i nostri prodotti innovativi a potenziali clienti, anche nelle circostanze più improbabili. Credo che essere salentini ci abbia veramente aiutati. Più volte lo abbiamo pensato in Memento. La nostra creatività ci ha spinto ad adottare approcci non convenzionali per superare la barriera dei fondi limitati. Da un lato non avevamo fondi per avere una sala espositiva importante e dall’altro i principali operatori del settore ignoravano completamente le nostre email e le nostre chiamate. Allora abbiamo cominciato ad incontrare i decision maker, i dirigenti delle più grandi aziende del settore del giocattolo negli ascensori degli hotel ad Hong Kong, a Londa o a New York, li abbiamo fermati nelle hall degli hotel ed abbiamo addirittura interrotto delle cene per catturare la loro attenzione, perché sapevamo di avere i giusti prodotti. Inoltre, sfruttavamo dei piccoli angoli nelle show room di azienda più gradi, chiedendo ospitalità agli amici per mostrare i nostri prototipi. Non avevamo fondi sufficienti perché avevamo investito oltre un milione di euro in ricerca e sviluppo, in test di sicurezza e nella produzione degli spot commerciali. Questo approccio creativo di presentazione dei nostri prodotti, pur essendo frutto della necessità del momento, ha rivelato il nostro impegno e la nostra passione, consentendoci poi di stabilire connessioni significative e di costruire una rete di contatti che sarebbe stata poi cruciale per il nostro successo. I nostri primi prodotti Peeing Pup e Tic Tac Tongue hanno subito catturato l’attenzione di aziende come Hasbro e Yulu, aziende molto importanti nel settore. Riuscimmo poi a presentare i Blazelets in un modo stranissimo, bizzarro, a Ravensburger, la più grande azienda di prodotti educativi e di Art & Craft, quella dei puzzle, per intenderci. Allestii personalmente un piccolo tavolo all’ingresso di una sala espositiva dove i manager della Ravensburger sapevamo si sarebbero diretti. Appena videro i nostri prodotti si bloccarono e ci chiesero di bloccare ogni eventuale trattativa con altri distributori. Partimmo subito per la Germania e siglammo un accordo di distribuzione che rese la Memento una vera e propria star. Nell’arco di qualche mese i nostri prodotti non solo vinsero premi importanti, ma guadagnarono una popolarità straordinaria. Con  il Tic Tac Tongue addirittura presentato dall’attrice Whoopi Goldberg in televisione. Io e mia moglie ci trasferimmo in Oriente, ed avviammo la produzione di milioni e milioni di pezzi, che erano i componenti principali dei nostri prodotti. Un’avventura, perché non eravamo assolutamente strutturati per una crescita tale ma soprattutto per una crescita talmente rapida. Avviammo subito dopo una branch ad Hong Kong, la Memento Hong Kong branch, e una controllata a New York per la distribuzione diretta in nord America, la Memento USA Incorporated. E cambiò tutto. Questi successi, non solo hanno trasformato la Memento in un’azienda di fama internazionale ma hanno anche segnato l’inizio di una nuova era di crescita e di espansione, culminata con la selezione per un programma di accelerazione da parte di Innovit a San Francisco, nel cuore della Silicon Valley. Quindi, ecco come sono arrivato a San Francisco partendo dalla mia Caprarica».

 Qual è il tuo progetto per il futuro

«Innanzitutto avvieremo la distribuzione diretta dei nostri prodotti in Italia. Fino ad oggi, infatti, lo abbiamo fatto attraverso altri distributori, come Grandi Giochi, Rocco Giocattoli, e Nice Group. Avvieremo per la prima volta una vendita diretta al consumatore. Questo approccio di vendita diretta al consumatore ci permetterà di eliminare gli intermediari, offrendo ai nostri clienti un’esperienza di acquisto diretta e personalizzata. Per realizzare ciò stiamo pianificando di centralizzare le nostre operazioni a Caprarica di Lecce, da dove gestiremo la commercializzazione e la distribuzione dei nostri prodotti coordinando allo stesso tempo la produzione negli stabilimenti in Oriente. L’impiego di strategie di vendite online, dell’influencer marketing, del social selling e di sistemi proprietari avanzati, sarà per noi fondamentale per connetterci efficacemente con il consumatore finale. Il nostro secondo grande progetto riguarda appunto il completamento delle nostre attività di ricerca e sviluppo nel campo dei giocattoli educativi che sfruttano l’intelligenza artificiale. Come già detto, crediamo fortemente nel potenziale di questa tecnologia per arricchire l’esperienza educativa dei bambini. Infine, stiamo lavorando ad un grandissimo sogno, quello di creare un polo di eccellenza tutto salentino dedicato all’ideazione e allo sviluppo di prodotti per l’infanzia e per i bambini in generale. Questo progetto nasce dalla volontà di creare un polo di innovazione radicato nel nostro territorio che possa attingere dalla ricchezza di talenti locali e dalle collaborazioni con centri di ricerca nazionali ed internazionali».

 Giuseppe Pascali