Cavallino rinnova il suo tributo di fede per la sua compatrona, Maria Ss. del Monte. Due giorni di celebrazioni, sabato 4 e domenica 5 maggio, in onore della Vergine, verso la quale la comunità conserva intatta la fede e la devozione a distanza di quattro secoli, ossia da quando fu rinvenuta in circostanza ritenute miracolose una sacra icona nei campi del paese. Tutto cominciò quando un pastorello, mentre era nei campi alla periferia del paese per portare al pascolo i suoi buoi, esattamente nel fondo denominato «Rutta» (grotta), si accorse che una delle sue bestie restava lungamente in ginocchio presso un cespuglio, con lo sguardo rivolto verso una piccola apertura nel terreno che dava l’impressione di essere una grotta, coperta da un cespuglio. Il pastorello cercò di far muovere la mucca da quello che sembrava essere uno stato di torpore, ma ogni suo tentativo risultava vano: la mucca sembrava esser rimasta incantata da qualcosa che era in quella fenditura. Mosso più da curiosità che da altro, il pastorello scostò i rovi e l’erba che impedivano l’ingresso alla grotta e, con sua grande meraviglia, notò che all’interno vi era un’immagine della Vergine con il Bambino, affrescata sulla pietra. Spaventato e stupito da quell’apparizione, il pastorello corse in paese ad avvisare l’arciprete e a diffondere così la notizia di quel ritrovamento dell’immagine della Madonna. Intendendo quell’evento come il preciso volere della Vergine, decisero di erigere una piccola chiesa in quel luogo. Ma gli avvenimenti prodigiosi non erano ancora finiti. Accadde infatti che mentre la mattina si provvedeva da innalzare i muri perimetrali del piccolo tempio, la mattina seguente si ritrovavano i conci dalla parte opposta a quella del ritrovamento, in una località chiamata «Monte», per via di un lieve innalzamento del terreno. Tutto ciò avvenne per tre notti consecutive, fino a quando i fedeli, ritenendo l’evento l’ennesimo prodigio della Vergine, non ritennero di costruire la chiesa nel luogo stabilito dalla Madonna, dove insiste ancora oggi, dando alla Vergine l’appellativo di Madonna del Monte e il protettorato del paese, che mantenne fino a quando la nobildonna Beatrice Acquaviva d’Aragona, sposando Francesco Castromediano e traferendosi a Cavallino, non portò il culto di San Domenico di Guzmán, elevando il santo spagnolo a patrono del paese. Fed e folklore si mescolano dunque in questa festa, che parte nove giorni prima con la novena di preparazione, celebrata ogni pomeriggio nella cappella del cimitero. La sera di sabato 4 maggio, alle ore 19.30 si svolgerà la cerimonia della discesa della statua della Vergine dal palazzo ducale dove è custodita durante l’anno, accompagnata dal canto dell’Inno a Maria Santissima del Monte, composto sul finire dell’Ottocento dal maestro Michele Coniglio Gallo. A seguire la celebrazione eucaristica in piazza Castromediano e il trasferimento della statua in chiesa madre. Domenica 5 magio poi, alle ore 9, si svolgerà la solenne processione verso la cappella del cimitero. Per ciò che riguarda invece i festeggiamenti civili, da sempre si è dato spazio ai migliori concerti bandistici, ad artistiche luminarie e ai fuochi d’artificio. Ad essere impegnate a suonare nell’edizione 2024 della festa sono le bande Città di Rutigliano diretta dal maestro Gaetano Cellamara e Città di Castellana, con la bacchetta del maestro Grazia Donateo. Ad addobbare la piazza e le vie del centro sono invece le luminarie firmate dalla ditta Perrotta di Squinzano. Fuochi d’artificio a mezzogiorno del 5 maggio, all’arrivo della processione al cimitero e al rientro in paese, intorno alle 12, con la ditta Pirotecnica Napoletana.