Il canto tradizional-popolare Canaglia, canaglia, un canto di carcere, riproposto nella reinterpretazione di Gioacchino De Filippo, giovane cantore, artista polistrumentista, ricercatore e cultore appassionato della tradizione orale del basso Salento. Prima di lui, nel 1975 fu Luigi Chiriatti a registrare il canto, eseguito dalla «Simpatichina», la cantrice Niceta Petrachi. Un lavoro di approfondita ricerca ha portato alla produzione di un videoclip dal titolo Canaglia, oltre le mura, che sarà presentato per la prima volta giovedì 6 giugno alle 21 nella sala consiliare del palazzo Marchesale di Melpignano, e quindi poi in uscita sul canale YouTube di Gioacchino De Filippo sabato 8 giugno alle 10.30. Oltre all’autore interverranno Massimiliano Morabito, musicista, ricercatore, professore di Antropologia della musica e metodologia della ricerca sul campo al Conservatorio «Tito Schipa» di Lecce; Giuseppe Spedicato, musicista e ricercatore sui canti di tradizione orale del Basso Salento; Fabio Zacheo, già responsabile dell’area pedagogica del carcere Borgo San Nicola di Lecce. Il carcere diventa un motivo per parlare di riscatto personale, di disagio esistenziale e depressione, spesso generati dal silenzio e dalla solitudine. Il videoclip attraversa le fasi dei disagi psicofisici dell’uomo, mettendo in luce i sentimenti più intimi e profondi, alla ricerca di luce e speranza. Canaglia, oltre le mura parla di dimenticati, emarginati, isolati, parla di chi non viene capito e resta solo. Le strofe, ricche di metafore e allitterazioni, descrivono scene di vita nel carcere di Lecce «San Frangiscu», l’ormai chiuso carcere San Francesco oggi sede del Comando provinciale della Guardia di Finanza. Un canto antico di carcere che oggi descrive emozioni più che mai attuali: non sono solo i muri di una cella a isolare l’uomo, ma anche i disagi familiari, sociali, economici, le dipendenze, i traumi, l’odio. Cambia il periodo storico e il contesto sociale ma la voglia di speranza e riscatto mantiene intatto il suo vigore. Nel video, insieme a Gioacchino De Filippo e agli artisti Ippazio Rizzello, Michela Sicuro e Luigi Marra, c’è la performance di Davide Monaco, sulla cui pelle nuda si vedono i disegni che ripropongono i graffiti delle pareti delle carceri sotterranee del Palazzo Marchesale di Melpignano. Il videoclip ha la regia di Fabio Cataldo e Valentina Marocco di AUT Fotografia. Mix e master di Marco Giaffreda.