Versi che si librano leggeri, in cerca di orizzonti colorati, per superare quel grigiore che opprime l’anima. Volano alto, al di là delle nuvole, alla ricerca della bellezza del Dio che ha servito per una vita intera, le poesie di Padre Domenico Pulimeno, raccolte nella silloge I mandorli fioriranno ancora (Milella Edizioni), pubblicazione postuma alla scomparsa del religioso (26 febbraio 2024), Definitore Provinciale, Guardiano e Parroco, in particolare della Comunità di Sant’Antonio di Padova a Fulgenzio a Lecce, dove offrì la sua cura pastorale per ben 21 anni. I mandorli fioriranno ancora è la sua ultima silloge, dopo aver firmato Ti cerco… io ti cerco (1994), Leggere vibrazioni. Palpiti sommersi (1998), Attimi d’infinito (2011) e Versi al crepuscolo (2016). «Il libretto è un piccolo dono a tutti coloro che mi hanno circondato di affetto e amicizia nei miei 60 anni di Sacerdozio» scrive Padre Domenico, nella pagina del libro in cui spiega «Perché la poesia?». E dice, come risposta: «Io avevo bisogno di quei versi in alcuni momenti della vita. Temevo che il mandorlo si fosse inaridito. Temevo un’aridità e pietrificazione interiore, una crisi di identità spirituale e letteraria». Invece quei mandorli hanno continuato a fiorire, con i loro fiori bianchi che annunziano anzitempo quella primavera tanto anelata che, come dice Giuseppe De Dominicis: «te canuscu alla mendula fiurita/te quattru misi si desiderata». Ad aprire il libro è la premessa di Padre Paolo Quaranta, che delle poesie di Padre Domenico dice essere «apparentemente crepuscolari e dalle tinte assai profonde, si aprono, invece, a scenari di azzurro intenso, su cui si stagliano i fiori del mandorlo che, nonostante tu possa pensare dipenda unicamente da te se ancora essi fioriranno, il tempo, la storia, fa fiorire sempre e comunque, nelle stagioni che l’Amore eterno decide, nei campi più disparati, anche in quelli dove non li si è piantati». Aggiunge Franca Lozzi nella sua prefazione che le poesie del religioso sono «in continuità con il passato e con uno sguardo ancora più approfondito sulle emozioni, i sentimenti, le fragilità dell’uomo che interpreta la vita attraverso la santità del proprio abito e la analizza con la lente della propria cultura umanistica […]. Da sempre si percepisce l’anelito vibrante verso orizzonti di luce e di pace e il desiderio ardente di rendere grazie al Signore per i doni squisiti della vita, la natura, i sentimenti, che vivificano l’uomo pur fra le difficoltà dell’esistenza». A completare la parte iniziale del testo è poi l’intervento di Carlo Alberto Augieri dal titolo «Dal confine alla trasparenza dell’eco: la poesia di P. Domenico come itinerario spirituale della parola all’azzurro del Cielo». «Il silenzio del Tu di P. Domenico è nel tutto “delle pieghe dell’anima” – scrive Augieri – dove s’infrange ogni immagine “a forma di” un’apparenza riconosciuta, di ogni eterotopia codificabile in un luogo». Sono settantadue i componimenti riuniti nella silloge, molti dei quali scritti «in tempo e nei giorni di Coronavirus» e che si concludono con la bellissima Crepuscolo sereno, commiato dell’anima dolce e buona di Padre Domenico: «Ora sono contento… muto…/anima serena… come aquilone su un cesto di rose». Giuseppe Pascali
«I mandorli fioriranno ancora», l’ultima silloge poetica di Padre Domenico Pulimeno
- Giuseppe Pascali
- Visite: 409