Il Marco Bardoscia trio accende «Capraricainjazz». Sarà il noto contrabbassista, insieme con William Greco al piano e a Dario Congedo alla batteria, a proseguire martedì 30 luglio (start ore 21) la ventiduesima edizione della kermesse organizzata con il Comune di Caprarica e la direzione artistica di Michele Miccoli. In piazza Vittoria sarà dunque di scena il trio in attività da tre anni, anche se i tre musicisti sono legati tra loro da lungo tempo ed hanno collaborato in diverse occasioni. Sul palcoscenico il trio sarà interprete dei brani del loro progetto The Future is a Tree, che sta riscuotendo un grande consenso di critica e vendite in Italia e all’estero, in cui propongono un jazz «cameristico» ricco di influenze provenienti dalla musica colta, dalle songs e dalla folk music alternando momenti di lirismo a tessiture più squisitamente jazzistiche a forte vocazione ritmica. The Future is a Tree è una raccolta, un insieme di brani dedicati al Tempo per come viene percepito dagli uomini, «con la sua direzione unica e la sua linearità – come spiega lo stesso Bardoscia -(concetti che, a ben vedere, non esistono nella natura del Tempo; per i più autorevoli scienziati è lo stesso Tempo a non esistere. Concetto quest'ultimo molto affascinante). Una delle prime cose che ci vengono in mente quando pensiamo al tempo che scorre sono le stagioni, tema già toccato da moltissimi in musica. Ed è proprio da esse che ho preso lo spunto per la suite sulle quattro stagioni che costituisce il corpus della prima parte di questo album. Il punto di osservazione questa volta è quello del non viaggiatore, colui che restando nello stesso punto osserva il mondo circostante e i suoi cambiamenti». Aggiunge infine Marco Bardoscia: «E proprio dall'osservazione prolungata e attenta scaturisce la seconda parte del lavoro sempre ispirata al tempo, inteso, questa volta, in senso metereologico. Da qui l'ultima e più importante riflessione sul clima che cambia non solo a causa delle stagioni ma anche e soprattutto per colpa dell'uomo che in nome di un progresso/regresso sta distruggendo senza né pietà né alcuna intelligenza i beni più preziosi di cui l'umanità dispone: la Terra, il Mare, la Natura».