Vecchi manifesti che profumano di inchiostro e di memoria. Sono quei veri e proprio capolavori d’arte tipografica che, come ogni anno, la storica Tipografia del Commercio di Lecce espone nella sua sede di via dei Perroni, nel cuore della città, in occasione della «tre giorni» in onore dei Santi Patroni Oronzo, Giusto e Fortunato. Una tradizione ormai, che prosegue ininterrotta anche dopo la scomparsa del titolare Alberto Buttazzo (in foto), avvenuta lo scorso anno. Sono quei manifesti in cui la festa veniva «narrata» in ogni suo dettaglio, in ogni momento, sia civile che religioso e dove il programma veniva racchiuso all’interno di una cornice, una «greca», colorata e molto artistica. Si possono ammirare quindi il manifesto della festa del 1948, dove spicca la messa celebrata il 23 agosto i piedi della colonna del Santo in ringraziamento per «l’opera della Sua protezione durante l’ultima guerra mondiale». Quell’anno suonavano i concerti bandistici del Corpo della Guardia di Finanza di Roma, di Conversano diretto dal maestro Giuseppe Piantoni, di Gioia del Colle con il maestro Paolo Falcicchio e di Manduria con il maestro Mazzei. E poi quelli del 1949, con la rinata Banda di Lecce con il maestro Emilio Silvestri, o quello della festa del 1979, quando la sera della vigilia a Lecce ci fu il Balletto Accademico di Ingrid Ebert. Quell’anno suonava la banda di Lecce diretta dal maestro Giuseppe Chielli e, la sera del 26 agosto, cantava un gruppo che andava per la maggiore: Gli alunni del sole. E poi ancora il manifesto del 1981, quando i festeggiamenti civili si aprirono con la rappresentazione di Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti in piazza Duomo, diretta dal maestro Carlo Vitale. La sera successiva, in piazza sant’Oronzo, il concerto di Peppino Di Capri e il 26 il concerto della Fisorchestra «Paolo Soprani» diretta da Orfeo Burattini. Quanto alle bande, sul manifesto di quell’anno si leggono i nomi di Città di Gioia del Colle diretta dal maestro Gino Bello e di Lecce diretta da Giuseppe Chielli. Racconta tanto anche il manifesto del 1982, quando il 25 agosto piazza Sant’Oronzo ospitò il concerto di Iva Zanicchi e ci fu il lancio dei paracadutisti in piazza Palio il 26 agosto. Si chiuse con i fuochi d’artificio esplosi nella marina di San Cataldo. In esposizione anche il manifestato del 1983, con il concerto di Bruno Petrachi e di un allora sconosciuto Zucchero Fornaciari. E per il 26 a sera, il live di Anna Oxa. «Papà attendeva la festa di sant’Oronzo con grande entusiasmo – ricorda Lucia Buttazzo, una delle figlie di Alberto – perché la Tipografia era tappa del movimento turistico e l’idea di condividere questo “tesoro” con chi non era di Lecce lo rendeva orgoglioso. L’idea dell’esposizione era qualcosa per far entrare ancor di più la storia della città nel cuore di tutti. Il fatto che la processione passi da via dei Perroni, davanti alla Tipografia era anche motivo di incontro di famiglia e di amici, anche per raccontare la festa, nella sua storia e nei suoi cambiamenti». Giuseppe Pascali