Dal 24 al 29 settembre
OFF – OTRANTO FILM FESTIVAL
Rassegna cinematografica
15ma edizione
direttore artistico Stefania Rocca
Tema del Festival è il Kaos. Proiezioni nel Castello Aragonese, ingresso libero, spettacoli ed incontri dalle ore 19.00, apertura del festival il 24 settembre ore 20.00, cerimonia di chiusura e premiazione il 29 settembre ore 18.00. Tra gli ospiti più attesi il regista Ferzan Ozpetek.
Torna a Otranto OFF Otranto Film Festival, la rassegna alla 15^ edizione che dal 24 al 29 settembre, propone nei Fossati e nell’Atrio del Castello Aragonese un ricco programma di proiezioni a cui si affiancano, come ogni anno, eventi speciali che ruotano attorno ai vari volti del cinema come masterclass, presentazioni di libri, talk e incontri. masterclass, presentazioni di libri, incontri, talk e performance audio visual. Si conferma la direzione artistica di Stefania Rocca che, per questa edizione, ha scelto come tema portante KAOS. Organizzato nell’ambito di Apulia Cinefestival Network, il festival rientra nell’intervento “Promuovere il Cinema 2024”, finanziato dalla Regione Puglia e realizzato dalla Fondazione AFC a valere su risorse POC Puglia 204-2020, Azione 6.7. È prodotto da Apulia Film Commission e Otranto Film Lab, con il patrocinio della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, in collaborazione e con il contributo del Comune di Otranto e del DAMS Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo. Sostenuto da Apollonio 1870 e futuroRemoto gioielli. Dieci i film che competono, proiettati ogni giorno e valutati da una giuria professionale, da una giuria di studenti del Dams, a cui si aggiunge quest’anno anche il voto della giuria popolare. Durante le giornate del festival tutti gli ospiti verranno ritratti dalla fotografa torinese Daniela Foresto, una delle più affermate ritrattiste del cinema.
Apertura martedì 24 alle 20 nei Fossati del Castello Aragonese. In occasione dell’apertura, Maserati e Indiana Production, presentano il cortometraggio “Compagni di viaggio” diretto dal pluripremiato regista Ferzan Ozpetek. Il regista Ferzan Ozpetek sarà presente alla premiere, moderata dal giornalista Luca Bandirali. Subito dopo si avvia ufficialmente la competizione, presentata da Bryan Ceotto. Il primo film a essere proiettato è “Gondola” di Veit Helmer (2023, 82 minuti), presentato dallo stesso regista. Alle 23 poi, sempre nei Fossati del castello, c’è l’evento speciale “Does is still matter”, live audiovideo di Noémi Büchi. Da mercoledì 25 proseguono le proiezioni dei film in gara, tutti i giorni a partire dalle 19: “Dwelling among the gods” (Il silenzio degli dei) (2024, 102 minuti), diretto da VUK, film presentato da VUK Rsumovic (scrittore e regista), Mirko Bojovic (produttore), Fereshteh Hosseini (attrice); “Fantastic machine” di Axel Danielson e Max Van Aertryck prodotto da Ruben Ostlund (2023, 88 minuti). Giovedì 26: “Boomerang” di Shahab Fotouhi (2024, 83 minuti), film presentato da Shahab Fotouhi, Arash Naimian (attore); “L’abbaglio” di Alessandra Cardone (2023, 90 minuti), film presentato da Alessandra Cardone, Alessandro Valenti (produttore), Andrea Simonetti (attore). Venerdì 27 “Such a resounding silence” documentario di Emmanuelle Bèart e Anastasia Mikova (2023, 99 minuti) presentato dalle registe. “Io e il Secco” di Gianluca Santoni (2023, 99 minuti), film presentato da Ines Vasilijevic (produttrice) e Andrea Lattanzi (attore); “L'été dernier” di Catherine Breillat (2023, 104 minuti). Sabato 28 “Le successeur (L’erede)” di Xavier Legrand (2023, 112 minuti); “Animali randagi” di Maria Tilli (2024, 99 minuti), film presentato da Maria Tilli e Ilyà Sapeha (dop). Domenica 29 si chiude la rassegna con la cerimonia di premiazione alle 18 nei Fossati del Castello Aragonese.
Oggi viviamo in un'epoca di caos diffuso: guerre, violenza, omofobia, disuguaglianze, devastazione ambientale e frustrazioni diffuse sono all'ordine del giorno. Il mondo intero e la società stessa sembrano essere in preda a quello che gli antichi Greci chiamavano Kaos. Questa situazione caotica si riflette anche nella mente dell'individuo moderno, spesso disorientato e perso in un labirinto di pensieri contrastanti, impegnato in una lotta interiore per trovare un ordine nella confusione, in un viaggio alla ricerca di equilibrio e significato. Viviamo in un bosco intricato - come il “Kaos”, il nome della contrada di nascita di Pirandello, con cui i fratelli Taviani intitolarono un loro bellissimo film - e nel caos, da piccole variazioni impercettibili, può scaturire di tutto: dal battito d’ali di una farfalla, a patto di trovare il tempo, lo spazio e le combinazioni sufficienti, può originarsi un tornado. Eppure, proprio nella ricerca interiore, nello sforzo che ogni individuo si impone per riordinare il caos in cui vive, si manifesta il potenziale per costruire una nuova collettività, più coesa e rispettosa dei diritti di ogni persona e, analogamente, nella società, sono i piccoli atti di cooperazione e dialogo che possono trasformare il caos in una nuova forma di armonia. Per i greci, infatti, il Kaos era antecedente alla creazione, era una materia informe e grezza a cui l’ingegno del demiurgo attingeva per creare il Kosmos, cioè un universo ordinato. Così fanno gli artisti, demiurghi per eccellenza, che cercano di dare un senso al disordine, creando il proprio universo, un cosmo ordinato che mantiene sempre legami con il caos, di cui è figlio. Anche nel cinema, il caos è una forza potente, un'opportunità per rompere le convenzioni e sperimentare nuove forme di espressione: registi come Federico Fellini, David Lynch, Lars von Trier e Christopher Nolan hanno esplorato la frammentazione e l’ambiguità della realtà, giocando con il tempo e lo spazio per rappresentare l’incertezza del mondo contemporaneo e, pur esprimendo una visione profondamente individuale, dialogano con la collettività, proponendo narrazioni che sfidano ancora oggi il pubblico a riflettere sulla propria condizione e su quella della società in cui vive. Nel nostro mondo caotico, la scintilla dell’individualismo, se si mette al servizio della collettività, può ancora essere la chiave per costruire un nuovo Kosmos basato sulla collaborazione tra i singoli, nel rispetto delle differenze e dei diritti di ciascuno, e può portare a nuove soluzioni creative. nate dal disordine. Il dialogo tra l'individualismo e la cooperazione nel caos mette in luce l'importanza della condivisione e della reciprocità per affrontare le difficoltà, ma anche la necessità di rispettare l'autonomia personale, essenziale per l'autorealizzazione e la libertà. Questa cooperazione infatti non annulla l'individuo, ma anzi, può addirittura valorizzarne l'unicità. È un atto di solidarietà e reciproco sostegno, che spesso porta a risultati migliori di quelli che si potrebbero ottenere lavorando da soli, poiché ogni contributo individuale può arricchire il tessuto sociale e, un individuo realizzato è capace di contribuire in maniera ancora più significativa alla collettività. In un mondo sempre più caotico, il vero equilibrio risiederà nell'abilità di ciascuno di noi di contribuire al bene comune senza rinunciare alla propria essenza, trovando nel rispetto reciproco e nella diversità il motore per una nuova forma di convivenza, creatività e progresso. Creiamo dunque un po' di caos anche a Otranto, con la speranza che questo kaos attuale porti presto il suo kosmos, la prossima forma di convivenza, rispetto e creatività. Diamo inizio a OFF 2024, dove l'ordine e il caos, l'individualismo e la collettività, possono incontrarsi e fondersi in un'esperienza che celebra la complessità del nostro tempo, ma anche la nostra capacità di darle un senso di ricerca creativa.