28 Marzo 2024

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Annata ottima per le Doc Salentine (Denominazioni d’origine controllata): produzione sana e ricca di zuccheri grazie all’ultimo sole di agosto che ha fatto elevare il mostimetro oltre la media degli anni precedenti. Già nei primi di settembre prima della raccolta, nella zona Doc Salice Salentino, si registravano valori soddisfacenti; dopo il pericolo di possibili temporali si aveva davvero bisogno di buone previsioni. Già come l’anno scorso si ribadisce la bontà di migliaia di produttori che non hanno trascurato alcun dettaglio per ottenere quello che potrebbe consacrare la varietà negro amaro. Milioni di quintali di uve pronte per essere lavorate sia con metodi tradizionali che non metodi

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di Mimmo Ciccarese   L’arte di costruire i “panari” ha il sapore di un rito agreste che inizia dalla scelta del materiale, da una trama di essenze scelte con cura e nel rispetto della natura. Immergersi nell’intimità delle macchie nella ricerca dei giunchi più plastici, quelli che assicurano il miglior risultato, impongono d’effetto anche la conoscenza profonda della sua genesi che ovviamente si può smarrire fra i secoli. Sono pochi, ormai, i canestrai sparsi nel Salento, come sono poche e

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Indovinello a trabocchetto salentino: “ Tegnu nu purciddruzzu, stae ttaccatu a manganuzzu, nu mangia e nu mbie, stae cchiu ressu iddru te mie (trad. ” ho un maialino sempre legato, non mangia e non beve ma è più grande lui di me”); soluzione: lu sarginiscu Arriva il mese di Luglio e con lui sua altezza”sarginiscu” nota come “zipangulu” per i calabresi o “sindia” per i sardi, prodotto conosciuto, invece, come cocomero, mellone

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Ci piace ricordare una delle varietà di uva da tavola più diffuse dopo la seconda guerra mondiale quando dalla ricca California, giungeva tra la viticoltura salentina un incrocio conosciuto come Cardinal. Allora, già dalla prima decade di agosto, i cesti ricolmi di uva cardinal, meticolosamente nascosti sotto le grandi foglie di vite o sotto alcuni pochi fichi erano il frutto pregevole di quel terzo ceppo a destra del secondo filare di alberello che conoscevano solo in

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Ulivi e arte insieme a narrare la Puglia, dalla Capitanata di Foggia al Capo di Leuca; una cortina volta sul Mediterraneo, un’importante unione tra oriente e occidente di ulivi secolari affioranti, dalle aspre colline della Murgia alle pianure dolci del Salento.  Cinquanta milioni di alberi, amplificano il verde cangiante di un paesaggio troppo amato, dove lo stridio estivo delle cicale, sotto archi di rossi tramonti, sembra un preciso richiamo.  Richiami importanti e passionali, quindi, come

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