29 Marzo 2024

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«Piante e animali sono condannati alla vita. L'uomo, è condannato alla storia. E trascina gli altri sistemi con sé, in un mondo politico. Ma c'è una cosa che abbiamo dovuto apprendere: la storia, non solo non è maestra della vita; non è neanche bidella.» È scritto nell'apertura di "Il mio primo dopoguerra. Cronache sulle macerie: Berlino Ovest, Beirut, Mostar" di Massimo Zamboni, musicista compositore di CCCP e CSI, edito da Mondadori nel maggio del 2005. È scritto così ed è tutto un percorrere le pagine salienti della storia e, a tratti, sovvertirla. Si registra il background culturale, ma anche sociologico, che ha caratterizzato e caratterizza

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Ho sempre pensato alla parola, per così rivolgermi ad essa, come un immaginario, un raccontare per immagini spesso staccato da terra. E lì, mi dicevo, affossare un po' tutto. Una visione che al tempo stesso era del mondo e staccata da esso, perché lontana da terra, incastonata in un quadro dimensionale dalle fattezze del viaggio. Quello dell'Io più nascosto. Quello, insomma,  o che almeno lo rasentava da molto vicino, che Melanie Klein definiva come una

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Il medium è il messaggio. In questo caso la parola assume la doppia valenza di medium e messaggio e la doppia veicolazione. Dalla pagina scritta al supporto audio. Enzo Mansueto, in due parole, "Scassata dentro". La voce, il verbo. La parola come mezzo. La parola come messaggio. Il dire in rapporto con l'ora della società, la porosità della società stessa. Il suo creare e, poi, lasciarsi plasmare. L'incedere dei media nella vita quotidiana

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Scriveva Antonio Verri in "Edoardo, un cavaliere senza terra", sul numero di settembre 1988 di Sud Puglia, che «Per cercare di dare, anche se brevemente, l'idea di quel che era la cultura di quegli anni a Lecce, più o meno 1953-54. Ecco, per quanto riguarda la letteratura è veramente buon periodo: ha già quattro cinque anni l'esperienza dell'"Albero" di Comi, arriva nel '54 "L'esperienza poetica" di Bodini, nel '55

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"Sono solo vittima del mio piacere". Recita così, ad un certo punto, la voce di Davide Toffolo (fumettista, cantante/chitarrista, artista visuale) in una strofa di "In amore con tutti" pezzo contenuto nel penultimo album in studio dei Tre allegri ragazzi morti. Non so se la band di Pordenone sia il termine di paragone adatto, forse non lo è. Ma è la citazione. La frase che Toffolo urla a ricollegarmi come un déjà vu all'ultimo libro di

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