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Le tragedie del caporalato raccontate da Annibale Gagliani nel suo «Romanzo caporale»
- Giuseppe Pascali
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La fine dell’uomo nel caos italiano. Sulla terra vermiglia della cava di bauxite, a Otranto, il suicidio narra, attraverso il flusso di coscienza, la vita da cacciatore di lucciole del protagonista, che ricorda l’Alì dagli occhi azzurri di Pier Paolo Pasolini. Un condottiero possibile del Kenya, animato da due modelli filosofici: don Donato Panna e Thomas Sankara. La corruzione politica del suo Paese lo costringe a fuggire in Italia col sogno di costruire un avvenire di pace per la sua famiglia. Ecco «Romanzo caporale», il libro di Annibale Gagliani edito da I Quaderni del Bardo, con la prefazione di Fabrizio peronaci, caposervizio della redazione romana del «Corriere della Sera», e con la postfazione di Raffaele Gorgoni, storica firma