04 Ottobre 2024

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Le pajare sono meno conosciute dei trulli ma hanno la stessa funzione e tecnica di edificazione che rispetta i canoni della bioedilizia perchè l'utilizzo di materiale naturale, come la pietra garantisce alla fine del ciclo vitale, il ritorno al sistema produttivo senza incidere sull’ambiente diventando un vero e proprio prodigio d’ingegneria. Le pietre incastrate si restringono sempre di più fino a chiudere il soffitto con una sola grande pietra, alcune risultano con una scala esterna realizzata con massi di dimensione maggiore rispetto agli altri che conduce al tetto composto a volte da terra battuta, detta bolo, utile per proteggere l'interno dalle infiltrazioni dell'acqua, inoltre sul soffitto si

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Da sempre sottovalutate come risorsa turistica, fin troppo sfruttate dal business dell'ecomafia, di certo fonte per l’economia locale. Sono le numerose cave presenti in tutto il territorio salentino che sono nate dallo scavo compiuto dagli uomini con il proposito di ricavarne la “pietra gentile”, più conosciuta come pietra leccese, che è stata sapientemente utilizzata non solo per edificare, ma anche per creare delle vere e proprie opere d'arte come i

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Quello che riporterò di seguito è un input nonché una sorta di incoraggiamento per diventare dei turisti nella propria terra andando alla scoperta dei luoghi da visitare come le numerose cripte basiliane e le chiese rupestri che sono sparse nel territorio salentino. Molte sono state lasciate al degrado ma alcune sono state fatte tornare a risplendere grazie alle minuziose opere di restauro di volontari ed esperti. I preziosi monumenti sono scavati nella roccia oppure nel

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Forse saranno infestati dai fantasmi o magari incantati da secolari sortilegi, di certo non hanno più una funzione difensiva eppure i castelli rimangono i baluardi del Salento perché ben rappresentano il passato glorioso del regno proprio come il baluardo principesco impiantato nel castello di Lecce fatto erigere per volere di Carlo V dal celebre ingenere Gian Giacomo dell'Acaya. Il castello, con una pianta quadrilatera e quattro bastioni dedicati ai santi, Santa Croce, San

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Coloro che in estate erano dei marinai, durante l’inverno diventavano dei trappetari. Era questo il destino di chi lavorava nei numerosi frantoi ipogei presenti in Terra d'Otranto. Forse rifugio oppure una condanna, il frantoio era definito un girone infernale ma pur sempre la principale fonte di guadagno per il Salento. Se si considera, infatti, che 25 milioni di alberi di ulivo costituiscono oggi il polmone della nostra terra, grazie alla coltivazione introdotta nel 1200, si

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