Fidelis Andria Lecce 
Le aspettative per la gara di Andria erano molto diverse del pareggio "poverello" agguantato sul filo di lana.
La potenza della prima in graduatoria, al cospetto dell'ultima che molti pensavano "derelitta", stimolava propositi ambiziosi.
I novanta minuti disputati hanno ribaltato invece qualsiasi previsione, lasciando il rammarico agli andriesi per non aver saputo superare gli ultimi istanti nel condurre in porto una vittoria meritata, spezzata dal gol di testa di Riccardi.
Il giovane stopper si è cosi rifatto dalla clamorosa gaffe che ha permesso a Lattanzio di siglare la rete del vantaggio andriese.
Gara emblematica  dei " difetti" leccesi nascosti sino adesso dai risultati favorevoli, spesso casuali o dovuti a "prodezze" dei singoli.
Senza elencare episodi e fatti probanti, ci limitiamo ad indicare le difficoltà tecnico/tattiche del Lecce per dimostrarsi compagine vincente sotto il profilo strategico, del gioco, del modulo, della capacità di raccordare i singoli in una squadra capolista, candidata alla promozione diretta.
Un attacco bloccato ed evanescente, fino a poco tempo fa ritenuto da "Oscar" della categoria, un centrocampo scoordinato e scomposto, la difesa che si lascia sorprendere da qualsiasi avversario, non sono segnali troppo rassicuranti per la candidatura "egemonica".
La figura rimediata ad Andria va oltre il risultato, comunque positivo, allarmando i "supportes" giallorossi per la tenuta tecnico/tattica di una squadra costruita per precise finalità.
Non si capisce ancora come voglia giocare LIVERANI, con quali e quanti giocatori per reparto, gli atteggiamenti e le linee guida della manovra, come cercare il gol, le intese e combinazioni tra i suoi giocatori.
Non trascuriamo certo la posizione di primato, ma è il futuro che ci rende incerti sulla base di un passato deludente.
Come sempre "il pallino" passa nelle mani di Liverani, unico "medico" delegato e responsabile di gestione, conduzione e cambiamenti.