
Al "Penzo" di Venezia il Lecce mostra il volto della squadra leader solo nell'eleganza di palleggio, dimenticando di essere chiamata soprattutto a vincere.
I limiti di una prestazione degna di nota, ma inconsistente per rifinitura e conclusioni a rete, si devono cercare sia nella formazione mandata in campo che nella strategia offensiva adottata, figlia purtroppo della teoria "masochistica del solo divertimento".
Con tutto il rispetto per il fraseggio prodotto, le gare si vincono tirando in porta e portando gli uomini a farlo, perché diversamente resta un mero gioco nel quale si possono pure togliere porte e portieri.
Scegliendo un centrocampo di soli giocolieri tecnici a discapito di corridori muscolari predisposti anche al gol, alla fine bisogna accontentarsi di quel che viene.
Liverani così vuole e così sia, ed importa poco se il prato verde sconfessa le sue scelte molto più di quanto superficialmente si possa credere e pensare.
Haye al posto di Tabanelli, certamente meritevole di giocare, premia infatti il palleggio centrale dei tre componenti, ma sterilizza i personali tentativi gol.
Di certo una squadra avversaria ermeticamente abbotonata non può essere solo superata con una sequela di cross a spiovente alto quando i "punteros" restano affogati ed asfissiati dalla retroguardia opposta.
Almeno qualche tentativo di gioco diverso si deve operare con soluzioni dalla distanza, penetrazioni singole, scambi veloci di palle basse.
Il Lecce si è invece "incartocciata narcisisticamente" in un "torello allargato" che ha prodotto solo cross alti.
Troppo poco per un gruppo che sa e può dare molto di più ricordandosi di essere uno degli attacchi più prolifici del torneo con uomini gol vari, comprendenti mediani e difensori, nell'occasione tenuti lontani dalla porta avversaria.
Senza trascurare i meriti indubbi di un gruppo degno di altra graduatoria ed accennando alle solite dormire difensive targate soprattutto Venuti-Calderoni, ribadiamo come tecnico e calciatori siano nelle condizioni di esprimersi meglio, con altra incisività ed autorevolezza da primato.